Mancano 100 secondi alla mezzanotte. Non sull’orologio che portiamo al polso o abbiamo sulla parete, ma sul Doomsday Clock, quello del progetto che in italiano potrebbe essere tradotto come Orologio dell’Apocalisse.
La minaccia di una guerra nucleare scatenata dalla Russia potrebbe porre fine alla vita sul pianeta così come la conosciamo. Una vera e propria autodistruzione, a opera del genere umano e ai danni del genere umano. Uno scenario eccessivamente pessimista? Non secondo il Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago, che già all’inizio dell’anno aveva previsto una escalation degli eventi, dopo il riaccendersi delle tensioni tra Mosca e Kiev.
La mezzanotte per l’Orologio dell’Apocalisse
L’esplosione del conflitto e il fallimento delle trattative intavolate dalla diplomazia internazionale fanno presagire il peggio. Secondo qualcuno, l’ipotesi di una catastrofe globale non può più essere etichettata come da scartare a priori.
Da due anni a questa parte, le lancette segnano le 23:58:20 e quanto sta accadendo nel territorio ucraino potrebbe accelerare la loro corsa. Nel 2018 erano ferme sulle 23:58:00, nel 2010 sulle 23:54:00.
La creazione del Doomsday Clock risale al secondo dopoguerra, più precisamente al 1947, a opera dell’artista Martyl Langsdorf su commissione proprio del Bulletin of the Atomic Scientists. Una metafora, un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi legati non solo ai conflitti, ma anche ad altre problematiche a partire dal cambiamento climatico.
In oltre mazzo secolo, la regolazione dell’Orologio dell’Apocalisse ha tenuto in considerazione minacce che vanno dai test della bomba atomica sovietica RDS-1 alla fine degli anni ’40 al coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra in Vietnam vent’anni più tardi, passando dalla caduta del muro di Berlino alla fine degli ’80 e all’approccio troppo blando nei confronti delle problematiche ambientali che impattano sul pianeta.
Consulta tutte le ultime offerte di Punto Informatico.