Niente da fare per OS/2, il sistema operativo IBM: nonostante le petizioni, le agitazioni e gli accorati appelli, resterà moribondo, chiuso e proprietario . Almeno per ora.
Questo il succo della risposta che IBM ha fornito alle nuove richieste sottoscritte in rete, con l’abituale stile che la contraddistingue nelle relazioni epistolari. Risposta da cui si evince, senza alcuna possibilità di smentita, che il codice di OS/2 non può essere rilasciato sul canale open source .
“Per una serie di ragioni commerciali, tecniche e legali, abbiamo deciso di non rilasciare alcun progetto open source per OS/2”, si legge sul testo della lettera, riportata da OS2World.com , che continua inesorabile: “IBM ha offerte di servizi disponibili per i clienti che impiegano ancora OS/2, benché l’azienda non abbia alcuna intenzione di apportare migliorie al prodotto. IBM ha già invitato i clienti OS/2 a considerare la migrazione verso soluzioni alternative ed ha un ampio ventaglio di proposte e servizi per aiutarli a compiere il passo…”.
A nulla è servito, dunque, fare appello alle dinamiche di supporto e di adozione di Linux scelte da IBM di cui si legge nel testo della seconda petizione . L’iniziativa va semplicemente ad accodarsi a quella presentata due anni fa, per la stessa ragione.
In rete il coro delle proteste è attivo da tempo: non sono mancate e non mancano tuttora iniziative di stampo lo voglio lo stesso , che hanno originato progetti arditi come Osfree , un vero e proprio emulo libero di OS/2.
D’altro canto, come ben sanno i lettori di Punto Informatico , OS/2 è un sistema operativo proprietario IBM, scritto con il supporto di Microsoft e di altre software house minori: le dinamiche commerciali sottese possono facilmente sfuggire ai tanti appassionati utenti del sistema.
Marco Valerio Principato