Se non puoi batterli, comprali: quando Microsoft ha annunciato l’acquisizione di Skype, la più nota applicazione per il VoIP in circolazione, e Yammer, un social network aziendale in ascesa, in molti si domandarono se l’idea di Redmond e dell’allora CEO Steve Ballmer fosse quella di sfruttare la tecnologia sulla cresta dell’onda o di strozzarla in culla. Per Redmond parlano i fatti: gli ultimi annunci avvenuti in questi giorni pongono al centro i due servizi acquisiti, e in loro Microsoft ripone le proprie speranze per continuare ad avere rilevanza nel settore enterprise così come mantenere la leadership tecnica.
La trasformazione di Hotmail in Outlook.com ha di fatto mostrato l’interesse di Microsoft nel realizzare una piattaforma cloud per la posta elettronica in grado di soddisfare la clientela al pari di Google Mail: dunque occorre rispondere colpo su colpo a Mountain View, e se Gmail incorpora Hangouts per le videoconferenze, Outlook.com ora può contare sull’ integrazione di Skype . Dopo la prima fase di test durata circa 6 mesi, Microsoft ritiene che i plugin sviluppati siano pronti per il grande pubblico: PC e Mac (quest’ultima piattaforma è un’altra novità ) possono quindi installare un software apposito per integrare i contatti Skype nell’interfaccia di Outlook.com, integrando le conversazioni audio-video (in alta definizione ) con quelle più tradizionali via email.
La comunicazione integrata è d’altronde un pallino di Microsoft da molto tempo: per le aziende grandi e piccole ci sono altri sistemi collaudati, come Lync, e il tassello analogo per il mercato consumer (ma è facile pensare che si estenda anche a piccole aziende e professionisti) ora è costituito dall’accoppiata Outlook.com e Skype. Il servizio di posta elettronico di Microsoft conta almeno 400 milioni di utenti, che si sommano e intersecano ai milioni di utenti Skype, pertanto la novità potrebbe interessare una ampia fascia di navigatori. Chi sceglie di usarlo sarà anche felice di sapere che Microsoft dovrebbe aver risolto un fastidioso bug che affliggeva chi usa Skype su più device, costretto a continuare a sentire il telefono squillare quando ha già risposto altrove: la sincronizzazione tra i diversi apparecchi ora dovrebbe essere migliorata.
L’importanza di Skype per le ambizioni software di Microsoft è pari a quella di Yammer per il mondo enterprise e aziendale, un mondo che però Redmond punta a far migrare gradualmente verso il cloud computing: sebbene Sharepoint 2013 incorpori già alcune funzioni social, e sebbene sia prevista un’altra versione in uscita nel 2015 dei software Sharepoint ed Exchange che saranno installabili on premise, il massimo impegno di Big M è rivolto allo sviluppo di Yammer e delle sue funzioni in ottica di una loro integrazione sempre maggiore in Office 365 . Le novità annunciate riguardano soprattutto l’ampliamento delle capacità di auto-apprendimento del software delle interazioni e relazioni in azienda, sintetizzate in un “Office Graph” che dovrebbe migliorare la comprensione delle dinamiche interne dei gruppi e delle organizzazioni. Le informazioni vengono catalogate e organizzate in modo automatico per consentire di farle giungere più facilmente agli interessati, e una nuova app sperimentale denominata Oslo consente di osservare come il software al lavoro sia in grado di presentare queste informazioni in modo tale da consultarle come in un flusso di notizie.
L’impronta di Yammer in Office 365 va anche oltre: la collaborazione ora è mediata quasi esclusivamente dalle conversazioni Yammer, per ciascuna attività o progetto vengono approntati appositi centri di competenza a cui fare riferimento per dialogare con i colleghi, e le comunicazioni possono svolgersi indifferentemente anche via email – ci penserà Yammer, ovvero Office 365, a garantire che fluiscano indifferentemente verso una inbox o in un social feed. Microsoft ci tiene a precisare che Yammer è il futuro social della piattaforma : sarà attraverso questa tecnologia che proseguirà lo sviluppo, pertanto le organizzazioni che vogliono dotarsi di questi strumenti e optare per i servizi di Redmond non devono fare altro che iniziare al più presto la sua adozione.
Che il cloud computing sia costantemente nei pensieri di Microsoft – che non a caso ha scelto come nuovo CEO Satya Nadella, artefice di molti dei progressi in questo campo per Redmond – è dimostrato anche dal rilascio di nuove API per Office 365 attraverso cui consentire ai partner, tradizionali veicoli per l’integrazione e la diffusione dei prodotti Microsoft, di sviluppare le proprie app anche per la piattaforma di servizi. Attraverso queste API si può estendere le funzioni di parecchi software, tra cui Outlook, PowerPoint, Access, SharePoint, nello stesso modo in cui ciò è stato possibile fino ad ora per le installazioni on premise e potendo scegliere di fatto di utilizzare le stesse risorse di sviluppo fin qui impiegate.
Se tutto ciò non bastasse a chiarire l’interesse di Microsoft per il cloud, anche OneDrive scende in campo con una offerta dedicata alle aziende . Con 5 dollari al mese per utente si avranno a disposizione 25GB a testa per condividere i documenti (ed eventualmente manipolarli tramite Office Online ); OneDrive for Business si integra anche più facilmente con le installazioni on premise dei software enterprise. Per parecchie organizzazioni l’utilizzo dello storage cloud potrebbe essere il primo passo, e il lancio di un’offerta a loro dedicata segnala l’attenzione che Redmond vuole dedicare a convincere anche i più scettici.
Luca Annunziata