La nuova disciplina statunitense dei six strike è entrata in vigore da oltre sei mesi , e a quanto pare c’è almeno un provider che si dice disposto ad arrivare fino alla disconnessione forzata dell’utente nello sforzo di abbattere i numeri costantemente in crescita della pirateria dei contenuti digitali disponibili sui network di file sharing.
Stando a un documento di cui la testata specializzata TorrentFreak è venuta in possesso , infatti, oltre i sei avvisi previsti dal “Copyright Alert System” può esserci la disconnessione: l’uso del servizio Internet per infrangere il copyright è illegale e “rappresenta una violazione dei termini di servizio (TOS)” di AT&T, sostiene la lettera del provider, a cui potrebbero seguire misure quali “la limitazione dell’accesso a Internet o anche la sospensione o la terminazione” del suddetto accesso.
Secondo quanto sostiene AT&T, tali previsioni di terminazione, sospensione o limitazione sarebbero incluse nel Digital Millennium Copyright Act (DMCA) dove si parla di “appropriate circostanze” connesse all’applicazione delle punizioni anti-pirata.
Il problema, evidenziato da più parti, risiede proprio nello stabilire quali e quanto “appropriate” tali circostanze debbano o possano essere. La definizione del DMCA è fumosa, la minaccia di disconnessione di AT&T non fa molto per chiarire la situazione ed è per di più in netto contrasto con l’intera disciplina che ha dato origine al piano dei six strike – dove i provider avevano promesso anni fa di non usare l’arma delle disconnessioni nella lotta alla libera circolazione dei contenuti digitali sui network di file sharing, se non sotto l’ordine di un giudice.
Alfonso Maruccia