Roma – Scaricare brani musicali dai sistemi peer-to-peer non significa smettere di comprare musica e CD nei negozi. Ad affermarlo è un nuovo studio di Jupiter Research, società di rilevazione che in più di una occasione si è scontrata con le major della musica dopo aver annunciato propri studi su questo argomento.
Ribadendo sostanzialmente quanto già evidenziato da uno studio apparso lo scorso luglio , gli esperti di Jupiter sostengono che chi scarica musica dal P2P ha le stesse probabilità di acquistare musica legalmente di chiunque altro.
Ma non è solo questo. Chi oggi usa il P2P per trovare musica è tendenzialmente anche un soggetto che potrebbe un domani decidere di sottoscrivere servizi che per pochi dollari gli mettano a disposizione cataloghi di musica di qualità.
“Ci sono molti appassionati di musica – ha spiegato un analista di Jupiter alla Reuters – nella comunità del file sharing. Loro sono più propensi ad ascoltare le radio digitali e visitare i siti web degli artisti. Ci sono elementi per capire che questo gruppo è lo zoccolo duro di quelli che sono disponibili a pagare per servizi musicali legittimi disponibili in futuro”.