Che la Spagna faccia paese a sé quando si viene a musica e distribuzione online, al file sharing e al peer-to-peer, è cosa nota : ora un gruppo di hacker spagnoli intende dimostrarlo, rivendicando la legalità del ricorso a questo strumento di condivisione della conoscenza, ribadendo che non c’è nulla di male se si scaricano musiche senza intenti commerciali ma al solo scopo di arricchire la propria esistenza. E lo fa scegliendo la strada della battaglia civile: autodenunciandosi .
La prima manifestazione, ma stando alle cronache non è che la prima di una serie, si è svolta per le strade di Madrid, allo scopo di rendere pubblica questa forma di battaglia civile, e di sensibilizzare l’opinione pubblica contro certe campagne che, a detta degli attivisti, dipingono un quadro che non è. A loro parere, infatti, la campagna “Si Eres Legal, Eres Legal” voluta dal ministero della Cultura non solo è falsa, perché non rispecchia la legge spagnola ma è anche inaccettabile, in quanto realizzata con fondi pubblici.
La campagna del Ministero era stata colpita da Google bombing, al punto che il sito ufficiale se la gioca su Google con il sito della protesta : il primo offre alcuni “download legali” ed è colmo di messaggi contro il download non autorizzato di contenuti, e di spiegazioni sui danni che questo provocherebbe all’industria dello spettacolo e della cultura. Il secondo è un clone del primo, modificato per smontare le tesi ufficiali, in cui si accusa il Ministero di mettersi in ginocchio dinanzi agli interessi delle major.
In un wiki, con una presentazione disponibile anche in italiano, quelli di Hacktivistas.net raccontano come sabato abbiano inscenato una iniziativa nonviolenta di download pubblico di brani protetti dal diritto d’autore , ossia operazioni di scaricamento svolte proprio dinanzi alla sede del PSOE, il partito di Governo.
Non solo: tutti gli attivisti che hanno partecipato alla manifestazione hanno anche trasmesso alle autorità di polizia con grande anticipo e più volte la segnalazione della propria disobbedienza civile , verificando come nonostante le parole del Ministero su quel sito in realtà non si sia commesso alcun reato, al punto che la polizia non è intervenuta. “Quindi – scrivono i promotori della manifestazione – abbiamo dimostrato una volta per tutte che scaricare video, musica, videogiochi o quello che volete è perfettamente legale!”
Di interesse anche il fatto che contemporaneamente alla manifestazione davanti al PSOE, a Bilbao e Barcellona sono state organizzate altre azioni di diffusione via Bluetooth di contenuti , una forma di proximity marketing realizzata grazie al software sviluppato da hacker italiani durante l’ultimo Hackmeeting. “Questa piccola intromissione nelle radiofrequenze dei cellulari delle persone – scrivono i militanti – ha lo scopo di denunciare tanto la campagna antipirateria del governo Zapatero quanto l’abuso di pubblicità che spingono al consumismo maniacale in questo paese”.