Sta dilagando in Europa e non solo la Dottrina Sarkozy , che dalla Francia ha rapidamente catturato l’interesse della classe politica di molti diversi paesi, ma proprio in Europa potrebbe subire uno stop definitivo. Ieri a Bruxelles, infatti, il Parlamento Europeo ha bocciato i fondamenti di quella Dottrina , negando che per contrastare la violazione del diritto d’autore si possa disconnettere un utente dalla rete .
La decisione si deve all’approvazione della relazione del francese Guy Bono sulle industrie culturali in Europa, un intervento con cui si chiede una strategia europea e nuovi finanziamenti a favore della cultura. All’interno di quel testo è stato però anche inserito un emendamento proposto dai deputati europei radicali Marco Pannella e Marco Cappato con cui alla Commissione Europea e al Consiglio dei Ministri europei viene chiesto di non seguire la via francese . Una via che, come noto, si fonda su un inedito rapporto tra detentori dei diritti e provider per individuare le violazioni degli utenti che, alla terza trasgressione, dopo i primi avvertimenti e sospensioni dell’accesso, possono venire scollegati da Internet .
In particolare l’emendamento, dopo aver riconosciuto che “Internet costituisce un ampio spazio per l’espressione della cultura, l’accesso alla conoscenza, la partecipazione democratica alla creatività europea, la coesione tra le generazioni grazie alla società dell’informazione” invita Commissione e Consiglio a ” evitare l’adozione di misure in contrasto con le libertà civili, i diritti umani e i principi di proporzionalità, efficacia e dissuasività, quali l’interruzione dell’accesso a Internet “.
Un emendamento tanto più rilevante se si considera l’attuale fluidità della normativa e le forti pressioni perché possano intervenire le disconnessioni come deterrente delle violazioni commesse su Internet, in particolare sulle piattaforme peer-to-peer.
“Se da un lato il rapporto (quello di Guy Bono, ndr) chiede protezione per la cosiddetta proprietà intellettuale – spiega Cappato – dall’altro si dichiara contrario alla criminalizzazione dei consumatori che non perseguono profitto. Il nostro emendamento era fondamentale per allontanare l’ipotesi, sollevata in Francia e Svezia, che la violazione del diritto d’autore potesse essere punita con l’interruzione dell’accesso a internet. Un’ipotesi illiberale e coercitiva, oltre che inapplicabile. Come impedire l’accesso alla rete di una persona in un internet point o attraverso una rete wireless aperta? È inaccettabile pensare di limitare le libertà di un individuo bloccando la connessione a internet, oggi sempre più strumento di comunicazione, di lavoro e di dialogo con la pubblica amministrazione. Fortunatamente questa visione ideologica è stata oggi respinta dal voto degli europarlamentari”.