La lotta alle mele marce del file sharing era stata lanciata agli inizi dello scorso dicembre, seguita a ruota da un’effettiva campagna di esclusione di alcuni risultati di ricerca legati alla violazione ripetuta del copyright. Chiavi di ricerca come RapidShare, Megavideo e BitTorrent erano così sparite dai servizi di suggerimento automatico di Google Autocomplete e Instant .
Un recente articolo apparso tra le pagine online della testata specializzata TorrentFreak ha ora sottolineato come quella stilata da BigG sia una blocklist in continua espansione, pronta ad includere i più svariati siti legati alla condivisione selvaggia dei contenuti. Anche il noto cyberlocker Mediafire è ora finito nel cesto dei web-pomi da scartare, di fatto escluso dai suggerimenti automatici di Google.
Più di un interrogativo è stato posto all’azienda di Mountain View: perché Mediafire e non diretti competitor come Hotfile e Fileserve? Perché includere BitTorrent e non servizi come Vuze? La lista dei risultati illeciti pare dunque arbitraria , stilata dalla Grande G senza un criterio apparentemente valido.
Contattato dalla stessa redazione di TorrentFreak , un portavoce di BigG ha comunque sottolineato come la rimozione dei suggerimenti automatici non costituisca una soluzione definitiva alla violazione del copyright. La lista di risultati verrebbe in sostanza stilata in base all’eventuale collegamento tra un determinato sito web e l’invio delle cosiddette takedown notice previste dal Digital Millennium Copyright Act (DMCA).
Mauro Vecchio