I partner del consorzio europeo P2P-Next , che hanno investito 22 milioni di dollari per lo sviluppo di una piattaforma di condivisione dei contenuti di nuova generazione, cominciano a raccogliere i primi frutti del lavoro dei ricercatori: SwarmPlayer è un software in grado di trasferire a un numero teoricamente illimitato di utenti un flusso di dati audiovisivi, adottando il protocollo BitTorrent a trasmissioni di tipo “live” .
Addio al multicasting , il futuro della distribuzione video in rete passa ancora una volta per il rivoluzionario protocollo di condivisione creato da Bram Cohen. Con SwarmPlayer, P2P-Next introduce un nuovo formato di file .torrent , denominato .tstream e pensato appunto per fornire capacità in tempo reale ai normali scambi sul network BitTorrent.
La promettente tecnologia interessa un gran numero di soggetti europei, in primis l’emittente inglese BBC. Partner convinti del fatto che il successo del progetto P2P-Next sarebbe la risposta più efficace all’attuale difficoltà di distribuzione degli audiovisivi in rete , da veicolare a un numero di client-spettatori in aumento vertiginoso.
“Una sorta di YouTube 2.0”, sintetizza TorrentFreak , che evidenzia come al contrario di progetti con obiettivi similari come Joost , il risultato del lavoro di ricerca condotto da P2P-Next verrà rilasciato sotto licenza open source a beneficio dell’intera comunità di rete.
“Per essere adeguati, rimaniamo compatibili con BitTorrent”, dice il direttore scientifico del progetto Johan Pouwelse, “ma il BitTorrent tradizionale non è compatibile con i flussi in streaming”. La soluzione sta, secondo Pouwelse, nell’abbandonare “il protocollo da pan-per-focaccia e sviluppare qualcosa di più generico, che noi chiamiamo Give-to-Get”.
Give-to-Get reingegnerizza lo scambio dei pacchetti di dati, provando a ottenere in locale i blocchi video “giusto in tempo per la visualizzazione”. Non è infatti possibile, quando si prova a mettere insieme BitTorrent con i contenuti live, fare affidamento su concetti come la “share ratio”, vale a dire la percentuale di condivisione assegnata a ogni client BT proporzionalmente agli upload verso gli altri utenti.
Quello che SwarmPlayer fa è scaricare un primo minuto di flusso, mandarlo in trasmissione sullo schermo e contemporaneamente cominciare a scambiare attivamente il quantitativo di flusso già ottenuto con gli utenti connessi allo stesso feed . Un concetto a ben guardare non molto dissimile dal lavoro già compiuto dal team a cui si deve la piattaforma Coolstreaming .
Sia il lettore che la tecnologia BT “live” sono ad ogni modo ancora un “work in progress”, avverte Pouwelse, che spera di riuscire a rendere il codice “solido e stabile” entro un mese. Il prossimo obiettivo è reintrodurre una forma di “share ratio” negli scambi live, in grado di fornire un’esperienza multimediale migliore – più fluida? – a chi vuole – può? – condividere di più.
Alfonso Maruccia