P2P, si dice innocente l'autore di Winny

P2P, si dice innocente l'autore di Winny

Spera in un giudizio saggio Isamu Kaneko, il giapponese arrestato nei mesi scorsi con l'accusa di aver creato un programma di file sharing che agevola la pirateria
Spera in un giudizio saggio Isamu Kaneko, il giapponese arrestato nei mesi scorsi con l'accusa di aver creato un programma di file sharing che agevola la pirateria


Roma – In tempi di peer-to-peer il suo arresto aveva suscitato sensazione: per la prima volta le autorità nipponiche avevano arrestato un cittadino giapponese per “colpa” del peer-to-peer e lo avevano fatto non perché questi scambiasse file protetti ma perché aveva creato un software che consentiva di farlo.

Il 32enne Isamu Kaneko è un brillante programmatore che, come si ricorderà, aveva messo in piedi il sistemone Winny , un programmotto che, tra le altre cose, consente a chi lo usa di scambiare qualsiasi genere di file senza però consentire di tracciare l’IP degli utenti. In questo modo Winny, di cui rimane attivo un sito informativo giapponese , consentiva lo sharing anonimo .

L’accusa piovuta sulla testa di Kaneko è di aver istigato alla pirateria , un’accusa che potrebbe portarlo in carcere per tre anni e a pagare una sanzione che potrebbe arrivare all’equivalente di 25mila euro. Ad aggravare la sua posizione il fatto che Winny, secondo gli inquirenti, sarebbe stato utilizzato dagli utenti per diffondere, anche all’estero, videogiochi, manga e altri prodotti dell’intrattenimento nipponico, con una secca perdita per gli operatori del settore.

Kaneko nelle scorse ore ha deciso di dichiararsi innocente presso il Tribunale di Kyoto, smentendo quindi l’accusa secondo cui con la creazione di Winny il programmatore sapeva che avrebbe facilitato la pirateria via Internet. La legislazione nipponica, infatti, addossa maggiore responsabilità a chi realizza un sistema di sharing anche rispetto a chi lo utilizza qualora questo sistema si basi su tecnologie di cifratura, proprio ciò che consentiva a Winny, tra le altre cose, di proteggere l’IP dei propri utenti.

La posizione di Kaneko sembra dunque assai diversa da quelli degli ideatori di sistemi di file sharing di origine americana, come Grokster o Morpheus, che recentemente hanno visto trionfare in tribunale la propria tesi , secondo cui responsabile dell’utilizzo non è chi crea il mezzo ma chi lo usa.

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Pubblicato il
21 set 2004
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