Telenovela finita per quelli di TorrentSpy : il sito, una volta il motore di ricerca più quotato per scovare contenuti sulla rete BitTorrent, è stato infine giudicato colpevole di soppressione delle prove e spergiuro .
Il caso Columbia Pictures et al. v. Justin Bunnell et al. , che procede ormai da anni , contrappone MPAA (gli studios di Hollywood) e il management del portale torrentizio, accusato di favorire la distribuzione illecita di materiale protetto dal diritto d’autore.
TorrentSpy era stato denunciato nel febbraio del 2006 assieme ad un folto gruppo di portali BitTorrent, ma il sito ha sempre respinto le accuse contrattaccando nel maggio dello stesso anno e accusando MPAA di cracking del proprio sistema informatico.
Ora si viene invece a conoscenza di un quadro molto diverso rispetto a quello noto: dietro le battagliere dichiarazioni di estraneità ai fatti, ha stabilito il giudice Florence-Marie Cooper, gli admin del sito hanno fatto tutto quello che hanno potuto per coprire le tracce di possibili infrazioni di copyright , creando ad esempio un forum privato contenente tutti i collegamenti a contenuti illegittimi, modificando i messaggi vecchi di mesi e via di questo passo.
Anche la storia degli IP degli utenti da registrare , pratica che era stata imposta a TorrentSpy, che per tutta risposta si era detto impossibilitato a farlo stante la natura transitoria dei log del traffico sui server, appare sotto tutt’altra luce, poiché conversazioni carpite agli admin risalenti al marzo del 2006 evidenziano la possibilità di bannare gli utenti facendo affidamento sul numero IP della connessione, e i moderatori hanno testimoniato che gli archivi di IP in realtà esistevano e venivano mantenuti almeno fino ad aprile del 2007.
Per tali ragioni il giudice ha dunque deciso che non solo l’infrazione di copyright c’è stata, ma anche che la deliberata e sistematica azione di sabotaggio di elementi cruciali ai fini del processo ha impedito a MPAA di provare fino in fondo le proprie ragioni . La corte non ha potuto far altro che accogliere la richiesta di terminazione del caso da parte degli avvocati degli studios, richiesta depositata questo agosto e che ha ottenuto l’effetto sperato la settimana scorsa.
Come risultato pratico, TorrentSpy è stato condannato a pagare una multa di 30mila dollari , ma secondo il Wall Street Journal la vera mazzata verrà nel corso del prossimo anno quando il giudice dovrà stabilire l’entità del danno per MPAA.
A non essere d’accordo con le decisioni del giudice è Andrew Norton, portavoce del piccolo Partito Pirata americano . A TorrentFreak Norton ha dichiarato : “Questo caso dimostra ancora una volta la necessità di una riforma radicale nel sistema legale USA, così come di una educazione appropriata per i nostri giudici in relazione alle tecnologie moderne”. “Questi non sono gli anni ’70”, continua Norton, ove i principi base delle tecnologie potevano essere compresi immediatamente da un “profano” non addetto al settore, richiedendo altresì una conoscenza significativa per essere capite appieno.
Alfonso Maruccia