Peggiora la situazione giudiziaria di TorrentSpy , il popolare motore di ricerca di file torrent finito nel mirino dell’industria cinematografica americana più di un anno fa. Un giudice federale degli Stati Uniti ha ordinato al sito di registrare log dettagliati delle attività e degli accessi degli utenti , inclusi gli indirizzi IP dei PC nonché i torrent scaricati, necessari ad iniziare i download sulla rete BitTorrent .
Jacqueline Chooljian, il magistrato interessato del caso, ha infine accolto la richiesta di MPAA (la potente organizzazione degli studios americani), desiderosa di veder chiaro nel traffico di bit da e verso TorrentSpy per individuare chi scaricasse cosa, il numero di richieste per un certo file .torrent e la data e l’ora dei download. Informazioni di cui TorrentSpy non ha mai tenuto traccia , non avendo particolare motivo di farlo e supponendo che il far risiedere i server fisici nei Paesi Bassi non sancisse alcun obbligo in tal senso.
Chooljian evidentemente non è d’accordo : anche se solo nella memoria RAM dei server quei dati sono comunque transitati per TorrentSpy, costituendo a tutti gli effetti una possibile prova dell’infrazione che MPAA va così disperatamente cercando per far valere le proprie ragioni.
TorrentSpy si è ad ogni modo appellato alla decisione del giudice, e una nuova sentenza in merito è attesa nel corso di questi giorni: dovesse venire confermata la precedente delibera, il portale sarebbe obbligato per legge a contravvenire alla propria politica sulla privacy , tutta incentrata sulla salvaguardia della riservatezza dei torrentisti e sulla gestione trasparente dei dati secondo quanto deciso dall’utente.
L’obbligo di loggare gli IP e le altre informazioni personali significherebbe certamente un calo di popolarità notevole per TorrentSpy, ma ci si preoccupa anche per le conseguenze su un piano più ampio . Sulla homepage del portale viene in questi giorni riportato un messaggio agli “Amici di TorrentSpy”, che parla di una battaglia fondamentale non solo per il sito ma anche per la libertà in rete.
“Se noi perdiamo questa battaglia – si legge su TorrentSpy – gli studios cinematografici saranno legittimati a perseguire qualunque motore di ricerca o sito web e a forzarlo di registrare dati su di voi. Non è un’esagerazione sostenere che perdere questa lotta rappresenterebbe un altro chiodo sulla bara di Internet”.
Alfonso Maruccia