P2P, Washington copia Urbani?

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La Camera dei Rappresentanti vara una legge antisharing: chi pone in condivisione file protetti rischia tre anni di carcere e multe fino a 250mila dollari. Per finire dentro basta una cartella condivisa
La Camera dei Rappresentanti vara una legge antisharing: chi pone in condivisione file protetti rischia tre anni di carcere e multe fino a 250mila dollari. Per finire dentro basta una cartella condivisa


Washington (USA) – Il Congresso americano sulla scia del Parlamento italiano in materia di nuove tecnologie? L’inedita situazione sembra essere sul punto di prendere forma dopo che la Camera dei Rappresentanti ha ieri approvato una normativa punitiva che colpisce il peer-to-peer e più in generale la pirateria.

Nonostante la fiera opposizione di alcuni parlamentari e associazioni che si battono per i diritti civili, passa ora al Senato americano una legge che può portare in carcere fino a tre anni chi viene ritenuto colpevole di aver posto in condivisione sulle reti del peer-to-peer file coperti da diritto d’autore che hanno sul mercato un valore superiore ai 1.000 dollari.

Non dovrà peraltro essere dimostrato il fatto che qualcuno abbia effettivamente prelevato i file dal computer : per far scattare l’azione della polizia basterà che questi siano individuati in una cartella condivisa.

Oltre alla sanzione carceraria sono previste anche diverse multe fino ad un massimo di 250mila dollari . Va detto che multe così pesanti sono state pensate soprattutto per chi dissemina file prodotti illegalmente, come coloro che registrano con una propria cam i film proiettati in sala.

Il tutto è condito dal fatto che, qualora anche il Senato desse il via libera alla legge così com’è, verrebbero anche aumentati i poteri della polizia , in particolare dei cybercop impegnati nel rilevare atti di criminalità compiuti su Internet.

Il Piracy Deterrence and Education Act viene visto come fumo negli occhi da numerose associazioni americane, non ultima quelle delle biblioteche, in quanto la sua formulazione amplifica enormemente, a loro dire, le responsabilità penali e risucchia 15 milioni di dollari dai fondi federali per la lotta al terrorismo ai fini di “proteggere gli interessi della parrocchia di Hollywood e della Big Music”.

Non la pensa così Lamar Smith, parlamentare da tempo impegnato nel promuovere leggi antipirateria, secondo cui “milioni di film, musica, software, giochi e altre opere protette sono oggi disponibili per download gratuito su reti peer-to-peer sospette. Questa pirateria danneggia tutti, da coloro che cercano fonti legali di contenuti a coloro che li realizzano”. Non è un caso che tanto la RIAA quanto la MPAA , vale a dire le associazioni delle major della musica e del cinema, appoggino pubblicamente l’iniziativa legislativa.

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Pubblicato il
30 set 2004
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