Risolvere il problema dei sovraccarichi di traffico per i provider e nel contempo sveltire gli scambi di contenuti a mezzo sistemi P2P: il gruppo P4P lavora da tempo alla soluzione che potrebbe rendere ingiustificati gli attentati alla neutralità della rete o la transizione a modelli tariffari a consumo. Nel tentativo di giungere ad uno standard, sono stati resi noti i risultati di una sperimentazione condotta nel corso dell’estate: lo scambio di contenuti a mezzo P2P si sveltirebbe di oltre l’80 per cento.
Il progetto P4P, capitanato da Pando Networks e sostenuto dalla collaborazione di atenei come Yale e di una manciata di provider statunitensi quali Comcast e Verizon , sembra funzionare al di sopra delle aspettative. Smistando gli scambi fra utenti basandosi sul principio di contiguità, orchestrando upload e download in modo che ciascun peer scambi bit con utenti dello stesso operatore e separati dal minor numero possibile di hop consente di rendere ancora più agili gli scambi di contenuti fra gli utenti.
Il test è stato condotto con un file video da 21 MB e con un client P4P messo a disposizione da Pando Network che fa affidamento su server iTracker capaci di smistare il traffico e di instradarlo nella maniera più conveniente sulla rete Comcast: da quanto emerso, la tecnologia consentirebbe ai netizen di sveltire gli scambi di contenuti in una percentuale che varia dal 57 all’85 per cento .
Se per gli utenti i vantaggi sarebbero innegabili, cosa cambia per gli ISP? Soprattutto con un modello di mappatura dei nodi meno preciso ma più flessibile, a fronte di un leggero aumento del traffico all’interno delle reti locali rispetto al P2P senza regole, P4P fa corrispondere una netta diminuzione dello scambio di traffico al di fuori del perimetro stabilito a mezzo iTracker . Le possibilità che si creino ingorghi e sovraccarichi che ora si distribuiscono sulla totalità della rete di un operatore si ridurrebbero sensibilmente, il traffico scambiato tra una rete topograficamente compatta e il resto della rete dell’operatore diminuisce nella simulazione dell’80 per cento.
Si tratta di dati che i partecipanti al test definiscono al di sopra delle aspettative , dati che potrebbero convincere i provider a implementare i supporti all’instradamento a cui sta lavorando il P4P Working Group. Se IETF dovesse approvare come standard il sistema P4P è possibile che si configurino diversi modelli di implementazione, basati sull’adesione dell’utente o associati al client scelto: in ogni caso, precisano gli autori dello studio nel documento fornito a IETF, iTracker non consente ai provider di monitorare i contenuti dello scambio di bit fra utenti. Gli aspetti da definire sono ancora numerosi, e c’è chi osserva come in una fase embrionale del progetto sia ancora impossibile stabilire come gli ISP possano collocare P4P nei loro modelli di business e di controllo del traffico : ancora non sembra scongiurata la possibilità che la rete non sia più neutrale.
Gaia Bottà