Roma – L’Italia è decisamente indietro nella diffusione di internet e soprattutto nell’uso “intelligente” della rete per l’innovazione, la ricerca, lo stimolo alla crescita economica e il miglioramento della pubblica amministrazione. Ad affermarlo sono le impietose cifre dello studio realizzato congiuntamente dall’ Institute for Business Value di IBM e dal magazine britannico The Economist .
Lo studio è stato realizzato creando una scala di valore che rappresenti una sintesi dei vari elementi dello sviluppo legato ad internet, una scala in cima alla quale si trova la Svezia, che totalizza 8,67 punti su 10 contro gli 8,32 dell’uguale rilevazione dell’anno scorso.
Dietro la Svezia c’è la Danimarca e dietro ancora, con 8,43 punti, ci sono gli Stati Uniti, a pari merito con Regno Unito e Olanda.
“Il nord Europa, il nord America e l’Australia – ha peraltro sottolineato Peter Korsten, che dirige l’Institute IBM – sono tutti ad un livello virtualmente simile”. Ed è vero che tra i primi 14 paesi dello studio le differenze rilevate sono minime: tutti si trovano sopra gli 8 punti.
Ma se alla fine della classifica dei 60 paesi esaminati si trovano nazioni come l’Azerbaijan (2,37 punti), l’Italia si piazza dopo la 15esima posizione, insieme alla Francia. Secondo Korsten si può dire che i due paesi sono in serie B in quanto a connettività e adozione di internet nelle imprese: “Sono ritardatari e questo fa un po’ paura”.
Meglio dell’Italia sta facendo la Corea del Sud, che oggi si trova al 16esimo posto davanti al nostro paese ma anche davanti alla Nuova Zelanda e al Belgio. Merito soprattutto della abnorme diffusione del broad band nel paese.