Il 2022 ha portato con sé una forte stretta all’uso dei contanti che, a partire dal 1 gennaio, è diventata nuova norma nelle transazioni commerciali nel nostro Paese. Il nuovo limite è fissato in quota 1000 euro: al di sotto di questa cifra sarà ancora possibile effettuare transazioni in denaro “cash”, mentre al di sopra di questa cifra sarà necessario affidarsi a sistemi tracciabili di altra natura.
Maggior spazio a bonifici, app o carte di credito, insomma. L’obiettivo delle istituzioni è quello di comprimere ulteriormente l’area di circolazione del contante: forte di analisi che stimano in un incremento del valore del sommerso tra 0,8 e 1,8 punti percentuali per ogni punto percentuale di contante aggiuntivo in circolazione, il Ministero delle Finanze ha approntato un nuovo giro di vite che dovrà portare ad un aumento del flusso di cassa per lo Stato e minori opportunità per gli evasori.
Stretta al contante: le nuove regole
Le nuove regole portano con sé anche una serie di casi particolari che non sempre sono chiari a tutti. Un primo punto da smarcare è relativo ad esempio ai prelievi al bancomat, per i quali non è stato imposto alcun limite:
non esiste alcun limite al prelevamento o versamento per cassa in contanti dal proprio conto corrente in quanto tale operatività non si configura come un trasferimento tra soggetti diversi.
Altro aspetto interessante è relativo al fatto che, in caso di cifre al di sopra dei 2000 euro, la modalità di pagamento potrà essere promiscua:
A fronte della richiesta di una somma superiore al limite di legge è possibile pagare parte in contanti e parte in assegno? Sì, è possibile purché il trasferimento in contanti sia inferiore alla soglia dei 2.000 euro (a decorrere dal 1° gennaio 2022 tale soglia sarà pari a 1.000 euro), oltre la quale è obbligatorio l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili.
Allo stesso modo il versamento di una caparra in contanti è possibile, sempre al netto del limite dei 1000 euro prescritti:
è possibile purché il trasferimento in contanti sia inferiore alla soglia dei 1.000 euro, oltre la quale è obbligatorio l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili.
Questi e altri dettagli sono disponibili sulle apposite FAQ pubblicate dal Dipartimento del Tesoro presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.