Il Pakistan monitorerebbe gli SMS privati inviati dai suoi cittadini attraverso l’autorità locale che vigila sulle telecomunicazioni (PTA) e proibirebbe apertamente l’utilizzo di alcune parole.
In attesa di conferma, nei tweet indiani l’argomento è presto diventato trending topic.
Il controllo del Pakistan sugli SMS scambiati tra i propri cittadini è stato inaugurato da ormai più di due anni : una legge contro il cybercrime ha introdotto tra i reati l’invio di brevi messaggi di testo o email considerati (naturalmente dalle autorità) indecenti, provocatori e diffamatori nei confronti della leadership del paese o delle forze di sicurezza nazionale.
La nuova censura, tuttavia, non trova base normativa su questa legge, ma su un regolamento adottato sempre nel 2009 e pensato per contrastare spam e comunicazioni indesiderate .
Sono circa 550 parole indiane bandite dagli SMS e altre 1000 quelle inglesi , almeno secondo la lista che sembra essere stata divulgata: sono le più varie e vano da termini medici come “seno”, “preservativo” e “lingua” a parole come “ostaggio” e “fingerfood”, passando per riferimenti religiosi come “diavolo” e termini come “omosessuale”.
Claudio Tamburrino