È stata descritta come la più grande soffiata della storia del giornalismo: 2,6 TB di dati provenienti dallo studio legale panamense Mossack Fonseca, che aprono uno squarcio sulle pratiche finanziarie adottate dai potenti, dai famosi e dai criminali nei paradisi fiscali. I Panama Papers , ha dichiarato lo studio legale nel turbine dello scandalo, sono frutto di una intrusione informatica.
Sono 11,5 milioni i documenti del pacchetto consegnato da una fonte anonima al Süddeutsche Zeitung , analizzati con l’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) e la collaborazione di 400 giornalisti: quasi 5 milioni di email, oltre 3 milioni di file estratti da database, oltre 2 milioni di PDF, oltre un milione di immagini di documenti, oltre 320mila documenti di testo che coprono il periodo tra il 1977 e la fine del 2015. Organizzati in cartelle, una per ciascuna delle società offshore gestite, sono stati convertiti in testo e indicizzati per essere esplorati dai giornalisti.
Mentre lo scandalo dilaga , lo studio legale Mossack Fonseca, oltre a gridare alla “campagna internazionale contro la privacy” e a condannare l'”accesso non autorizzato a informazioni riservate” travisate dai giornalisti, ha riferito di aver subito un attacco informatico “limitato”.
Non sono stati formulati sospetti per accertare le responsabilità dell’hack, ma sono state avviate delle indagini e delle denunce, a giudicare da una email apparentemente inviata ai clienti dello studio legale nei giorni precedenti alle rivelazioni sui media: nella comunicazione si anticipa l’esplosione del Panama Leak, che trarrebbe origine da “una inattesa violazione del nostro server email” di cui l’azienda avrebbe già avvertito i clienti che sospettava fossero coinvolti.
Law firms: You don't want to be like Mossack Fonseca. Among other things, ask your IT dept to encrypt your emails. pic.twitter.com/Yxut3g28Ng
— Christopher Soghoian (@csoghoian) 5 aprile 2016
Lo studio legale, specificando di adottare già “diverse misure di sicurezza” e di “limitare l’accesso ai documenti a personale interno selezionato”, ha annunciato di aver introdotto “misure di sicurezza aggiuntive per irrobustire ulteriormente i propri sistemi”.
Gaia Bottà