La class action era stata avviata da un gruppo di utenti della webradio Pandora, accusata di aver sfruttato impropriamente le informazioni personali di svariati account. Le preferenze musicali dei profili sarebbero state condivise con soggetti terzi , a disposizione di tutti gli amici Facebook degli iscritti al servizio di raccomandazione musicale.
Un giudice californiano ha ora chiuso il contenzioso avviato dagli utenti di Pandora, sottolineando come la stessa piattaforma non abbia violato i dettami legislativi del Video Rental Privacy Act (VRPA) .
Stando al parere della corte, le regole introdotte dal VRPA si applicano a settori come quello della vendita o del noleggio di registrazioni discografiche. Escluse invece le attività di streaming musicale su siti come Pandora , non condannabile per la condivisione delle informazioni relative alle preferenze soniche dei suoi account. (M.V.)