Le parole di Paolo Savona, presidente della CONSOB, tornano a battere sul tema delle criptovalute. Savona non è nuovo sul tema, infatti: più volte ha espresso la propria volontà interventista sul tema, nel tentativo di stimolare un dibattito che possa portare ad una legiferazione che tenga conto di questi nuovi asset e possa irreggimentarli sia dal punto di vista legale, sia dal punto di vista fiscale e finanziario.
Il suo intervento è registrato nella Lectio Magistralis “Lineamenti teorici e pratici di un’economia con le cryptocurrency” (pdf) tenuta presso il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari.
Savona: i rischi di un mondo di criptovalute
Savona parte da un dato: solo da inizio 2021 sono stati aperti nel mondo 13 mila nuovi ATM dedicati ai Bitcoin. Si tratta di numeri che non si possono più ignorare, poiché sintomo dell’interesse all’investimento in criptovalute da parte dell’uomo della strada:
Nonostante le ripetute dichiarazioni che le cryptocurrency non sono moneta, sappiamo che vengono usate come tale, soprattutto come unità di conto, serbatoio di valori.
Secondo Savona è venuto il momento da parte degli Stati nazionali di prendere in mano il timone: se si lasciano le monete digitali al mercato delle cryptocurrency attuali, infatti, si andrà incontro a squilibri che graveranno sui comuni cittadini: serve una regolamentazione forte ed una competenza tecnica tali da guidare il mercato invece di esserne guidati:
La diffusione delle cryptocurrency e il largo uso della loro base tecnologica, la blockchain, hanno causato un mutamento rilevante dell’assetto istituzionale dei mercati monetario e finanziario, la cui necessaria ri-regolamentazione tarda a farsi strada per almeno tre ragioni: un’insufficiente comprensione del fenomeno, la pretesa di proteggere l’ordinamento vigente e lo spessore di interessi che si è formato in difesa dello strumento virtuale […]. Le autorità di controllo finanziario dovranno adattare la loro attività al progressivo trasferimento nell’infosfera dell’attività del mercato mobiliare. La politica monetaria dovrà tenere conto di questa nuova realtà, come pure dovrà fare la politica fiscale se intendono proteggere gli obiettivi a esse assegnati. Questo lavoro individua i tratti principali di un’economia che include le cryptocurrency come presupposto conoscitivo per un’indispensabile normazione delle monete virtuali che prevenga nuove instabilità sui mercati.
Pericolo instabilità
L’approfondimento di Savona viaggia tra economia, politica e geopolitica, inquadrando le criptovalute nel contesto di una terra di mezzo fatta di deregulation e di pericolose instabilità. Questo occorre cancellare dall’orizzonte: elementi di destabilizzazione che possano gravare sui cittadini e sul rapporto tra gli Stati, ripristinando antichi screzi che potrebbero risultare pericolosi per l’economia globale.
Secondo Savona, tuttavia, una convivenza pacifica tra monete nazionali e criptovalute è una chimera che la teoria già boccia a priori: “La nascita e la circolazione di monete virtuali produce all’interno dei paesi un regime analogo a quello vigente internazionalmente, senza però avere dietro l’esistenza di un potere come quello degli Stati Uniti, ma solo una convenzione e convinzione della bontà dello strumento da parte degli operatori di mercato divisi da asimmetrie informative“. Secondo Savona, insomma, le autorità non hanno alternativa che non un intervento regolatore, perché in discussione non ci sono soltanto questioni finanziarie, ma le basi stesse della democrazia basata sulle nazioni e su politiche economiche dedicate:
Se le autorità accettano l’esistenza delle crypto, la quantità di moneta e il moltiplicatore che la genera assumono forme più complicate, perdendo la natura esogena e rendendo difficile la definizione della politica monetaria secondo i canoni “tradizionali”. Con la creazione di monete virtuali il mercato sarebbe in condizione di interferire nelle decisioni delle autorità monetarie, fino a neutralizzarne gli effetti stabilizzatori, perché il moltiplicatore indicato sarebbe in teoria infinito.
Stati e politiche economiche
Tutto, secondo Savona, parte da un assunto semplice: le criptovalute sono basate su uno squilibrio di fondo che è dato dall’aumento del potere di acquisto in mano a chi fa mining e dall’aumento di valuta in mano ai cittadini che determina un’impossibilità intrinseca da parte degli Stati di regolare l’economia interna. Le criptovalute sono dunque fonte di crescenti instabilità che non si possono ignorare poiché significherebbe perdere – esattamente allo stesso modo – il controllo dell’economia. Cosa fare, dunque?
Parlamenti, Governi e autorità di controllo dei mercati si trovano di fronte a un’inadeguatezza delle loro conoscenze su come funziona l’economia e delle leggi sulle quali si basa la loro attuale attività di regolazione e sorveglianza. Gli economisti avevano avvertito che, ancora prima della nascita e diffusione delle crypto, le loro scelte venivano effettuata scrutando una black box, che diviene sempre più oscura senza che la domanda di interventi di politica economica si riduca. In assenza di nuove norme, il mercato prenderebbe sempre più la guida del sistema economico e della distribuzione del reddito, ignorando la storia dei suoi fallimenti; ma anche la politica economica ignorerebbe i suoi, che potrebbero aumentare se non provvedesse a risolvere l’inquadramento delle cryptocurrency nell’assetto istituzionale (enti e norme) esistente. Si deve essere coscienti che si è aperto un enorme contenzioso tra grossi interessi in gioco già maturati, la cui soluzione richiederebbe lungimiranza e una comune volontà da parte dei titolari del capitale, del lavoro e delle istituzioni pubbliche; quella di cui la gran parte del mondo ha beneficiato, pur tra molti traumi, nel XX secolo, ma che oggi ancora non torna a manifestarsi; forse mancano economisti e legislatori a livello di quelli che seppero trasmettere i risultati della loro intuizioni alla politica. Mancando questa felice congiunzione, i politici continuerebbero a ignorare come funziona veramente l’economia con le crypto, fonte di squilibri di cui patirà l’”uomo della strada”. Dopo due secoli di esperimenti e insuccessi sui regimi politici alternativi di governo della società umana, si erano affermati sistemi di libertà e welfare, ma questi vivono oggi momenti di grande incertezza sul loro futuro.
Secondo Savona, insomma, il problema principale è l’ignoranza di fondo delle autorità, che non hanno conoscenze a sufficienza per guidare questa rivoluzione e rischiano così di restarne travolte. La lectio auspica invece un colpo di reni che riporti le autorità nazionali alla guida dell’economia e la politica al timone delle politiche economiche, assorbendo la rivoluzione delle valute digitali per istituzionalizzarla invece che – semplicisticamente – combatterla.