Un tempo si usava la fotocopiatrice dell’ufficio. Se dotati di grazia e agilità, ci si calava le braghe, si saltava su e si fotocopiava il proprio sedere. Un esercizio utile non solo a cementare i rapporti tra colleghi, ma anche a rivelare parti anatomiche che molto spesso rimangono ignote ai loro possessori. Un esercizio che, comunque, non è semplice, poiché saltare su una fotocopiatrice non è da tutti e si rischia di far danni . Sempre che non ci si imbatta in iBum .
“Il sedere è la finestra verso l’anima”: con queste parole il designer giapponese Tomomi Sayuda introduce la filosofia alla base di una poltrona il cui scopo è nient’altro che fotografare le natiche di chi vi siede sopra.
Il dispositivo, che si presenta come una bianca e minimalista seduta, cela al suo interno uno scanner ed un sensore che rileva quando qualcuno si siede e, all’insaputa dell’ignaro avventore, digitalizza il fondoschiena facendo scivolare il risultato da un’apposita feritoia sul lato destro del dispositivo.
(via Ubergizmo )