Secondo Paramount Pictures , dietro il P2P e la pirateria in genere ci sarebbe anche il crimine organizzato.
Chris Carey, rappresentante della major del cinema, approfondendo il discorso ha sembrato voler segnare una svolta nell’antipirateria di Paramount: “Non possiamo continuare a denunciare i nostri clienti, non è una strategia vincente. Dobbiamo attaccare alla fonte i concorrenti sleali”.
Con il fallimento di Blockbuster e i nuovi dati sulla pirateria e sui parziali risultati delle misure per contrastarla , quello che sembra evidente ora ai detentori dei diritti è che il tentativo che si è fatto finora di spaventare gli utilizzatori finali (gli utenti-clienti che scaricano illegalmente) non paga.
La novità strategica si lega alla svolta idealmente presa da Warner Bros che, commentando i risultati di uno degli ultimi studi in materia, ha evidenziato come gli utenti di P2P siano in gran parte anche fruitori di contenuti legittimi: la pirateria cambierebbe, dunque, non tanto il quanto, ma il come uno spettatore decide di spendere. Questo legame, finora misconosciuto dalle major, tra P2P e distribuzione legale sarebbe ora sfruttato dalla stessa Warner Bros, con l’impiego di metodi di commercializzazione peculiari come la divulgazione di preview e altri contenuti del film in uscita nei circuiti illegali nel tentativo di attirare gli spettatori nelle sale.
Pur discostandosi dalla tesi di Warner Bros, e <a href=" http://www.hollywoodreporter.com/news/3d-simultaneous-release-dont-prevent-57814″ target=”_blank”>non ritenendo ]] che l’uscita contemporanea online dei contenuti possa influenzare positivamente i risultati dei box office e dei canali ufficiali in genere, né che i film in 3D possano resistere alla concorrenza di streaming e P2P (dal momento che tecnologie anche per il suo camcording), Paramount ha avviato un diverso tipo di discorso per combattere la concorrenza spietata e sleale dei pirati: dal momento che perseguire i singoli utenti è controproducente e troppo costoso, e che il controllo in collaborazione con gli Internet Service Provider non sempre è possibile, per arginare la pirateria sta ora lavorando con PayPal e altri sistemi di pagamento online per tagliare le strade con cui questi monetizzano .
Il nuovo confine della pirateria secondo Paramount, infatti, sono i cosidetti digital lockers , siti che si limitano ad ospitare i contenuti caricati e che in cambio chiedono agli utenti danaro. E che riescono ad offrire servizi molto buoni e a monetizzare queste operazioni di filesharing.
Nei confronti di questi siti un’altra strada che Paramount ritiene potenzialmente efficace è quella della notifica (pressione) sulle aziende legittime che, inconsapevolmente o meno, fanno pubblicità su di essi e sui siti di P2P . Netflix, per esempio, pagava per la pubblicità su un sito con contenuti illegittimi, mettendosi indirettamente il bastone tra le ruote.
Claudio Tamburrino