Twitter dovrà consegnare i dati relativi alle utenze che si sono rese protagoniste di cinguettii a sfondo antisemita, illegali in Francia: lo ha stabilito il tribunal de grande instance di Parigi, ultimo atto di un confronto che rimbalza da mesi fra quadri normativi lontani almeno quanto le due sponde dell’Atlantico.
A muoversi erano state, nel 2012, un manipolo di associazioni che si battono contro l’odio razziale: sulla base della legge francese contro le discriminazioni, confortati dalla disponibilità di Twitter rimuovere i micropost anche selettivamente, su misura delle leggi nazionali dei paesi in cui opera, avevano ottenuto la rimozione di tweet raccolti sotto hashtag quali #unbonjuif (letteralmente, “un buon ebreo”). Ma il provvedimento di Twitter non aveva accontentato l’ Union des Étudiants Juifs de France (UEJF), che si era rivolta alla giustizia francese per ottenere ulteriori rimozioni di tutti i cinguettii che si potessero ritenere “palesemente illegali”, e per chiedere a Twitter di consegnare i dati necessari ad identificarne gli autori.
Il tribunale francese ha ora emesso l’ ingiunzione nei confronti della piattaforma di microblogging: oltre a dover imbastire un sistema per le segnalazioni degli abusi ben visibile e perfettamente comprensibile per gli utenti francesi , dovrà consegnare gli indirizzi IP associati agli account che hanno pubblicato i post, dati che potranno essere utili all’identificazione dei responsabili battendo la strada prevista dal quadro giuridico francese.
Gli attriti, soprattutto riguardo a questa seconda disposizione, appaiono prevedibili , connaturati alla globalità della Rete: Twitter agisce nel rispetto del quadro normativo statunitense, e potrebbe quindi svincolarsi dalla richiesta delle autorità di Parigi opponendo il fatto che la piattaforma non sia tenuta al rispetto delle leggi francesi in materia di protezione e conservazione dei dati personali.
Twitter, che per ora non si è sbilanciata riguardo alle sue prossime mosse, ha due settimane per adeguarsi alle richieste del tribunale francese: sul capo del tecnofringuello pende una sanzione di mille euro al giorno per ogni giorno di inadempienza.
Gaia Bottà