In tempi di discussioni aperte e agguerrite sull’ Agenda Digitale e sull’abolizione del Decreto Pisanu , c’è chi non rinuncia a esprimere il proprio pensiero controcorrente. Come Stefano Parisi, presidente di Asstel, secondo cui il WiFi pubblico gratuito sarebbe un atto di concorrenza sleale nei confronti dell’iniziativa privata .
Intervenendo a una trasmissione di Radio 24, insieme al ministro Brunetta, l’ex amministratore delegato di Fastweb ha affermato che le aziende di telecomunicazione dovrebbero compiere uno sforzo per la costruzione delle reti NGN in Italia. L’investimento di sei miliardi di euro l’anno da parte delle telco è un impegno importante secondo il dirigente, ma non sufficiente per lo sviluppo di una rete di nuova generazione per la banda ultra larga.
Entrando nel vivo della discussione, Parisi ha sostenuto che le NGN costituiscono “un’infrastruttura molto costosa, che richiede elevati investimenti sia sulla telefonia fissa con fibra ottica” provenienti, per questo, dall’iniziativa privata e, in minima parte dalla finanza pubblica.
Per questo motivo, secondo il presidente di Asstel, continuare a propagandare Internet gratis per le città italiane (tramite iniziative pubbliche) costituisce un esercizio demagogico da superare poiché si tratterebbe di “statalizzare uno degli interventi di natura più decisamente privata”.
È dunque necessario, secondo l’ex AD di Fastweb, che la politica faccia chiarezza per evitare che si verifichino casi di “concorrenza sleale”.
Cristina Sciannamblo