Mai l’Uomo aveva osato tanto: grazie alla missione Parker Solar Probe, l’umanità si è di fatto avvicinata alla propria stella in un modo che non era mai stato provato in precedenza, con una missione finalizzata a studiarne la superficie in modo ravvicinato per capire di più sul funzionamento del Sole e delle altre stelle.
Parker Solar Probe
Il punto di massima vicinanza è stato registrato nella notte, al perielio della decima orbita di una missione che ha avvicinato il Sole a più riprese. La missione è partita il 12 agosto 2018, il 16 ottobre 2021 scorso la spinta gravitazionale di Venere, l’incontro con l’atmosfera solare a 8 milioni di km dalla superficie, ora il viaggio di ritorno per l’inizio di una nuova orbita.
La missione restituirà importanti dati scientifici circa la natura di un fenomeno quale la Corona Solare, ma consente altresì di sperimentare un viaggio attraverso il vento solare, fino a poterne osservare da vicino l’essenza. Le immagini giunte sulla Terra hanno questo valore ulteriore: consentire di vedere quel che non era stato visto, proiettare l’immaginario dove mai era arrivato, rendere per certi versi tangibile quel che prima era appannaggio soltanto della visione dei ricercatori.
A cavallo tra la fine dell’anno e l’inizio del 2022, la prima parte della missione Parker Solar Probe sarà completata con l’invio dei dati al Johns Hopkins Applied Physics Laboratory. Ma la missione continua, perché ora il Sole ha un satellite in più che gli ruota attorno osservandone e misurandone le caratteristiche:
(1/2) We’ve hit the end of the line – for now. Parker Solar Probe will continue venturing closer to the Sun in the coming years, bringing us new science & insight about our star.
Until then, we invite you to sing along as we recap the 12 days of the #SolarTour in a festive song! pic.twitter.com/GwkuBYFrbj— NASA Sun & Space (@NASASun) December 14, 2021