Il Parlamento Europeo ha dato mandato alla Commissione di stringere i limiti entro cui le piattaforme online possono agire sul territorio del vecchio continente. La richiesta è quella di una azione molto più vincolante circa le libertà delle piattaforme, chiedendo nello specifico:
- Migliore protezione per i consumatori dai prodotti illegali, contraffatti e non sicuri
- Regole più severe per pubblicità mirata e più controlli su contenuti online
- Rispetto delle future norme dell’UE da parte dei prestatori stranieri di servizi
Sulla base di questi principi, il Parlamento chiede insomma un intervento che aggiorni normative vecchie ormai di un ventennio, ritenute inadeguate per poter regolamentare l’attuale stato delle cose su un Web che è ormai profondamente mutato.
Le richieste del Parlamento Europeo
La richiesta del Parlamento è pertanto argomentata su varie direttrici, con le quali si chiede alla Commissione un approccio legislativo molto più radicale affinché l’Europa possa fare la voce grossa contro il potere – spesso senza confini reali – che le piattaforme stanno assumendo grazie alla loro popolarità tra gli utenti. Inevitabilmente ogni azione sarà oggetto di diatriba con gli Stati Uniti, sede principale delle piattaforme più usate in Europa, ma è questa una fase successiva che verrà a ruota rispetto alle decisioni che la Commissione intraprenderà.
Queste le richieste portate avanti dal Parlamento Europeo con votazioni ad ampia maggioranza:
- Regole più severe per far fronte ai contenuti illeciti online
“Tutti i fornitori di servizi digitali operanti da paesi terzi saranno tenuti a rispettare le norme sui servizi digitali, allorché i loro servizi si rivolgono anche a consumatori o utenti all’interno dell’UE. I deputati chiedono di istituire un meccanismo di “notifica e azione” vincolante, affinché gli utenti possano notificare agli intermediari contenuti o attività potenzialmente illeciti. Ciò aiuterà gli intermediari a reagire rapidamente ed essere più trasparenti in relazione alle azioni adottate nei confronti di contenuti potenzialmente illeciti. Gli utenti devono poter presentare ricorso tramite un organismo nazionale di risoluzione delle controversie, si legge nel testo“ - Regole più severe per far fronte ai contenuti illeciti online
“Le piattaforme dovrebbero evitare di introdurre filtri sui contenuti caricati o alcuna forma di controllo dei contenuti ex ante, per i contenuti nocivi o illeciti. La decisione finale sulla natura lecita o meno dei contenuti dovrebbe essere presa da un organo giuridico indipendente e non da aziende private“ - Regole più severe per far fronte ai contenuti illeciti online
“Il Parlamento afferma che il principio che “ciò che è illegale offline lo è anche online”, così come la protezione dei consumatori e la sicurezza degli utenti, dovrebbero diventare i principi guida della normativa sui servizi digitali. I servizi e le piattaforme di intermediazione online devono migliorare la loro capacità di individuare e rimuovere le dichiarazioni false e contrastare gli operatori commerciali disonesti, ad esempio chi vende falsi dispositivi medici o prodotti pericolosi, come accaduto durante la pandemia di COVID-19“ - Regole più severe per far fronte ai contenuti illeciti online
“I deputati vogliono garantire agli utenti un maggiore controllo sul contenuto cui sono esposti online, consentendo loro di disattivare la selezione automatica dei contenuti, e renderli meno dipendenti dagli algoritmi. La pubblicità mirata deve essere regolamentata in modo più severo a favore di forme di pubblicità meno invasive e contestualizzate che richiedono quantità minori di dati e non dipendono da una precedente interazione degli utenti con i contenuti. Si invita inotre la Commissione a valutare le opzioni per regolamentare la pubblicità mirata, compresa un’eliminazione graduale che sfoci in un divieto“ - Regole più severe per far fronte ai contenuti illeciti online
“I deputati sottolineano inoltre la natura problematica del “micro-targeting” basato su caratteristiche che espongono vulnerabilità fisiche o psicologiche, in quanto diffonde incitamento all’odio e disinformazione, e chiedono trasparenza in merito alle politiche di monetizzazione delle piattaforme online“