Londra – Il tanto discusso iPlayer , software multimediale per la fruizione online dei contenuti trasmessi di uno dei maggiori broadcaster del mondo, è ora in beta pubblica. Il servizio, disponibile ai soli cittadini del Regno Unito che pagano il canone, permetterà a pieno regime di visionare i due terzi della programmazione televisiva della BBC settimana dopo settimana. Un monte di 400 ore settimanali accessibili agli utenti senza costi aggiuntivi.
Rimangono però le limitazioni già da tempo denunciate, incluse la sola compatibilità con il sistema operativo Windows XP e le restrizioni alla fruizione dei contenuti per mezzo di stringenti tecnologie DRM. La petizione indirizzata al numero 10 di Downing Street, appoggiata da importanti associazioni in difesa del codice libero e delle possibilità di accesso multi-piattaforma come l’Open Source Consortium, ha raggiunto già 12mila firme ma finora non ha strappato che mere promesse al broadcaster , impegnatosi a sviluppare versioni di iPlayer compatibili con Mac e altre piattaforme quanto prima possibile.
Nonostante le polemiche, il gruppo dirigente di BBC si mostra entusiasta dell’approdo in rete: “È un momento significativo, perché annuncia una nuova era in cui gli spettatori avranno la libertà di guardare i programmi dei canali TV lineari di BBC in ogni momento che vogliono”, ha dichiarato a riguardo Jana Bennett, Vision director per la media company . Regge il gioco il direttore generale Mark Thompson, che paragona la “telematizzazione” delle trasmissioni all’avvento del colore negli anni sessanta .
Quello che gli executive si guardano bene dal citare è il fatto che, compatibilità limitata a parte, nella pratica iPlayer garantisca ben poca libertà di utilizzo all’utente/consumatore , mettendo a disposizione i contenuti scaricati sul PC per soli 30 giorni. Al termine dei suddetti, o dopo la prima visione, si potranno guardare solo per sette giorni, passati i quali verranno fagocitati ed eliminati dal mostro DRM integrato nella piattaforma.
iPlayer è un servizio ancora in fase di beta: i residenti inglesi che fossero interessati ad accedervi dovranno prenotarsi all’apposita pagina di registrazione/login sul sito dell’emittente. L’accesso, per cui è disponibile un numero di inviti limitato, verrà gradualmente esteso ad un maggior numero di utenti fino al lancio definitivo previsto per questo autunno.
BBC non è certo la prima tv inglese ad avventurarsi nel settore del broadcasting online, piazzandosi buon’ultima dietro le emittenti concorrenti Channel 4 e ITV. E non stupisce, a ben guardare, l’approccio “autoritario” alle trasmissioni: già Orwell, per la visione distopica del romanzo 1984, si era ispirato proprio al “modello BBC” e alla sua esperienza presso l’emittente per disegnare il controllo tele-opprimente che tiene sotto scacco la popolazione del super-stato di Oceania.
Alfonso Maruccia