Facebook, Amazon, Google, IBM e Microsoft hanno deciso di collaborare nei loro ambiziosi progetti di intelligenza artificiale .
Tutte e cinque, d’altra parte, hanno cercato in questi anni di progredire e sviluppare, in competizione l’una con l’altra, la propria AI: Google ne ha sviluppata una in grado di battere il campione mondiale dell’antico gioco cinese GO e recentemente sta rimpolpando il suo team di ricerca nel settore; Microsoft ha cercato già di sperimentare sul campo un’AI attraverso una chat bot su Twitter (con risultati invero disastrosi ) e sta anch’essa passando al reclutamento di nuovi cervelli, così come sta facendo Facebook che nel frattempo attraverso Facebook AI Research ( FAIR ) si sta concentrando sul riconoscimento di immagini e sulla comprensione del linguaggio naturale utilizzato dalle persone; Amazon sembra essersi concentrata sulla capacità di comprendere il linguaggio e i comandi vocali focalizzando tutti i propri sforzi sulla gamma Alexa; IBM sembra da parte sua arrivata a sviluppare un’AI (Watson) in grado tra l’altro di produrre un trailer cinematografico e di offrire assistenza agli insegnanti nel rispondere alle domande degli alunni.
Il progetto che le vede ora unite si chiama pragmaticamente Partnership on AI e nell’omonimo sito dedicato si spiega che è stato creato per “studiare e redigere le best practice per quanto riguarda le tecnologie AI, per migliorare la comprensione di esse da parte del pubblico e per costituire una piattaforma aperta di discussione e impegno sull’AI e sulle sue possibili conseguenze sulle persone e la società”.
Da un lato, dunque, l’aspetto pubblico – e l’obiettivo dichiarato – della partnership è quello di fornire un forum per confrontarsi, dirimere dubbi e soprattutto valutare le questioni etiche da affrontare in questo settore: qui saranno anche pubblicati con licenza open ricerche nell’ambito dell’etica, della privacy, della trasparenza e dell’interoperabilità.
D’altronde appare fondamentale il coinvolgimento di utenti, sviluppatori ed esperti di vari settori, che trovano spazio anche nel board della partnership: tutti possono apportare il proprio contributo su come le tecnologie AI possono influenzare la vita di tutti i giorni. Una riflessione necessaria non solo a comprendere i possibili applicativi della ricerca, ma anche per valutarne le questioni etiche sollevate: una sfida – quando si parla di intelligenza artificiale – che trova precedenti solo nella fantasia della fantascienza.
Per questo, come afferma il diretto della ricerca in AI di Facebook Yann LeCun, “come ricercatori del settore abbiamo terribilmente a cuore la fiducia delle persone negli sviluppi che stiamo facendo e il rispetto totale dei valori umani”.
L’altro punto della partnership è quello più squisitamente strategico: le cinque aziende insieme hanno risorse, tecnologie e banche dati incredibili ; una base di partenza mai vista prima soprattutto per le informazioni in loro possesso: risorsa principale per lo sviluppo di una AI. E per gestire al meglio il tutto il gruppo ha costituito una struttura formale di comunicazione, una sorta di telefono rosso per confrontarsi giornalmente.
Come spiega Ralf Herbrich, direttore Amazon al Machine Learning, “siamo nell’epoca d’oro del machine learning e delle AI. Questa partnership permetterà di includere il meglio di quanto si sta facendo nel settore a beneficio della società”.