Passato-Prossimo/ Apple Car, tanti cari saluti

Passato-Prossimo/ Apple Car, tanti cari saluti

di A. de Prisco - Pare che Apple abbia abbandonato, o quasi, la sua auto a guida autonoma, mentre Google e i costruttori automobilistici veri non ci pensano proprio a mollare, com'è giusto che sia
di A. de Prisco - Pare che Apple abbia abbandonato, o quasi, la sua auto a guida autonoma, mentre Google e i costruttori automobilistici veri non ci pensano proprio a mollare, com'è giusto che sia

Riguardo ad Apple, un “era ora” ci starebbe fin troppo bene. Anche sulla Google Car ho qualche perplessità, essenzialmente per il fatto che sono sempre stato convinto che le auto a guida autonoma è giusto che arrivino dai costruttori automobilistici – che, forse è poco noto, se ne stanno occupando da decenni – e non dai motori di ricerca, per quanto esperti di mappe stradali, satellitari e quant’altro. Mi sorge il dubbio che dietro ci siano ragioni pubblicitarie, ovvero che il percorso scelto dalla Google Car per portarci alla meta varierà a seconda di come siamo profilati sui loro server, facendo questa o quella strada in funzione delle nostre ultime ricerche e dei negozi che potrebbero interessarci o per i quali potremmo essere dei potenziali clienti. Vi prego, no!


Articolo pubblicato su MCmicrocomputer n. 167 del novembre 1996, sulle auto del futuro a guida autonoma

In realtà il mio auspicio – ipotizzando, fantasticamente, perfino un “obbligo legislativo mondiale” al riguardo – è che i vari costruttori interessati alla materia (che se non sono il 100 per cento poco ci manca) uniscano presto le loro forze per arrivare, tutti insieme, alla meta: la guida autonoma per tutti, ma soprattutto “uguale per tutti” .

Infatti un’altra delle convinzioni che mi sono fatto – temo di non essere l’unico – è che i veicoli autonomi diventeranno realmente sicuri solo quando saranno tutti autonomi , il cui principale impegno non sarà quello di combattere con degli imprevedibili “umani” al volante (pericolo costante!). Veicoli, naturalmente, in grado di comunicare in tempo reale tra loro, come si addice a un sistema digitale nel suo complesso “compatibile”, connesso e soprattutto cooperante.

Compatibilità ben difficile tra i veicoli a guida autonoma e quelli tradizionali, come dimostrano anche i recenti fatti di Tesla , in cui c’è scappato il primo morto. Primo, perché chissà quanti altri ce ne saranno. Ma questo è per certi versi anche “fisiologico”, come avvenuto in passato per qualsiasi altra conquista tecnologica minimamente impegnativa.

Ciò che non bisogna sottovalutare è che gli attuali sistemi di guida “quasi-autonoma”, disponibili da tempo su molti veicoli in commercio (non solo Tesla), sono solo degli ausili, degli assistenti. Non dovrebbero in nessun caso essere utilizzati come alternativa alla guida tradizionale : mani sempre sul voltante, sguardo vigile, attenzione continua. Se poi arriva qualche suggerimento da parte dell’elettronica “assist” tanto di guadagnato, ma questa non nasce, allo stato attuale, per prendere il controllo completo del veicolo. Anche se, lo ammetto, la tentazione di fidarsi ciecamente è forte…
Ne parlo, infatti, per esperienza diretta : la mia WV gode di numerosi dispositivi di questo tipo, tutti regolarmente in commercio sotto forma di optional da diversi anni, ma se lascio il volante per più di 10 secondi arriva pronta la cazziata : “beeeep! – Lane assist disattivato, ora guidi il conducente”, ammettendo però che sotto sotto per 10 secondi ha guidato “lei”.


Ora, circa il caso in questione, mi sembra strano che Tesla non abbia previsto di tenere sotto controllo non solo la strada e gli altri veicoli, ma anche il conducente. E se così fosse (mancato controllo del guidatore effettivamente tale e non semplicemente passeggero) un bel po’ di responsabilità sull’incidente, non solo morale, non si escluderebbe.

Tornando alla guida autonoma propriamente detta, è di alcuni anni fa la notizia che una Google Car ha accompagnato un non vedente alla meta, guidando al posto suo e nemmeno contando sul fatto che potesse intervenire in aiuto in caso di problemi imprevisti. Su strade normali e normalmente trafficate, sì, ma con il trucco che l’intera area del tragitto era stata preventivamente mappata in 3D ad altissima definizione e questo comporta che il medesimo esperimento non si sarebbe potuto effettuare su un tragitto diverso, ad esempio in un’altra città. Almeno fino a quando Google stessa – e c’è da crederci che prima o poi avverrà – non disporrà di analoghe mappe 3D di qualsiasi angolo della Terra, come avviene per le immagini Street View, magari costantemente aggiornate.

Oggi, ma lo dico con uno spesso sottofondo di ottimismo, la situazione permane un po’ fumosa. Molti sono i costruttori che annunciano a breve il rilascio di auto-mobili nel senso più ampio del termine, non quello in uso da un centinaio di anni a questa parte, ma in grado di muoversi in completa autonomia, anche in assenza del conducente stesso o della sua abilitazione alla guida.


Erik Coelingh, Senior Technical Leader di Volvo Cars

In particolare Volvo , che prevede il lancio delle sue auto-mobili entro il 2021, ha dato il via alla sperimentazione su strade pubbliche , nell’ambito del progetto DriveMe , in programma a Goteborg, in Svezia. Una serie di vetture dotate di guida autonoma verranno assegnate ad alcune famiglie di questa città, affinché testino sulle loro strade (con le loro abitudini di guida) le reali capacità di questi veicoli, rapportandosi poi con gli ingegneri come veri e propri beta tester.

Tornando all’assunto inziale, ovvero che le auto a guida autonoma sarebbe meglio lasciarle ai veri costruttori di auto e motori (quindi non motori di ricerca), anche la stessa Google si sta forse accorgendo dei suoi limiti, tant’è che stringe o prova a stringere accordi, pur non esclusivi, con chi di automotive se ne intende per davvero, come Ford , FCA e probabilmente altre marche a seguire.

Descrizione immagine

Detto questo, lo ammetto, non seguo la Formula 1, ma aspetto con ansia la Roborace , il campionato mondiale per veicoli a guida autonoma abbinato alla Formula E (per auto da corsa elettriche con pilota, roba vecchia…). Qui gli sfidanti non saranno i costruttori (la vettura è dal punto di vista hardware uguale per tutti, peraltro in grado di raggiungere i 300 Km/h) ma saranno i team di programmatori a sviluppare il miglior software di guida per ottenere le prestazioni migliori e aggiudicarsi la vittoria.

Andrea de Prisco – AdP
Giornalista e Consulente informatico “da sempre”, ha collaborato per quasi 20 anni con MCmicrocomputer .

fonte immagini: 1 , 2

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Pubblicato il
14 set 2016
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