Palo Alto (USA) – “Non ha assolutamente alcuna possibilità di catturare l’interesse del mondo”. Così il CEO di Microsoft, Steve Ballmer, due mesi fa ha liquidato seccamente l’iniziativa di Sun Microsystems per lo sviluppo di Liberty , un servizio di autenticazione alternativo a Passport.
Nessuno può ancora dire se riuscirà ad interessare il mondo, ma di sicuro l’iniziativa di Sun, uno dei più implacabili avversari di Microsoft, ha già attratto l’interesse ed il sostegno di colossi come Bank of America, Sony, Nokia, NTT DoCoMo, American Airlines, United Airlines, Sprint, General Motors e, proprio pochi giorni fa, di American Express e AOL Time Warner.
L’entrata di American Express nel “trenino” di aziende messo insieme da Sun rappresenta un fatto molto importante, perché da un lato completa l’ossatura dell’alleanza e dall’altro può assicurare, attraverso la propria infrastruttura di servizi per il credito, la verifica delle credenziali dei futuri utenti al servizio di autenticazione promosso dalla Libery Alliance .
Altrettanto importante è stato l’ingresso, martedì scorso, di AOL, la maggiore rivale di Microsoft sulla rete che porta in dote all’alleanza i suoi 32 milioni di abbonati ad Internet.
Con la Liberty Alliance, Sun spera di dar vita ad uno standard alternativo a Passport per l’autenticazione degli utenti su Internet. Lo scopo è quello di fornire ai cibercittadini un’identità digitale con la quale poter fare acquisti, transazioni, pratiche burocratiche e consentire di avvalersi di un completo network di servizi: per far ciò, chi gestisce il sistema di autenticazione dovrà archiviare in un grosso database informazioni personali, numeri di carte di credito e altri dati sensibili riguardanti l’utente.
Il tutto è, come sempre, condito dalle accuse di Sun a Microsoft. Secondo l’azienda, e per la verità secondo tanti altri, l’intenzione dell’azienda di Bill Gates sarebbe quella di voler utilizzare il proprio monopolio per forzare gli utenti ad utilizzare il servizio Passport. Una mossa che, a detta di Sun, consegnerebbe nelle mani di Microsoft “il controllo del punto di accesso verso tutti gli affari basati sul Net”.
Dello stesso parere è anche il mondo open source che, proprio pochi mesi fa, ha dato vita al progetto DotGNU per lo sviluppo di un sistema di autenticazione che, al contrario di Passport, non sia centralizzato bensì distribuito.
Considerando che i servizi di autenticazione e identificazione su Internet saranno le fondamenta per l’implementazione dei Web service, risulta comprensibile l’entità degli interessi in gioco e l’importanza, per colossi come Sun e AOL, di fare in modo che Microsoft non monopolizzi la porta di accesso al futuro dell’e-business.
Per mitigare la propria posizione di forza, la stessa che l’ha più volte messa nei guai con l’antitrust americana, Microsoft ha recentemente aperto l’infrastruttura di Passport ai concorrenti, una mossa con cui spera anche di rendere il suo servizio di autenticazione uno standard.
Sun ed i suoi alleati sono ben coscienti di dover recuperare uno svantaggio quasi abissale nei confronti di una Microsoft che, attraverso Passport, ha già collezionato 200 milioni di utenti e numerosi partner d’affari. Ma questa, del resto, è una partita che si giocherà sulla distanza.