Approda alla Camera dei Rappresentanti il tanto agognato disegno di legge in grado di vietare a livello federale la pratica dei datori di lavoro e dei dirigenti delle scuole e delle università di richiedere ai dipendenti e agli allievi le credenziali di accesso ai siti di social network. Si chiama Social Networking Online Protection Act (SNOPA) ed è stato presentato da Eliot Engel, deputato dello stato di New York, con l’aiuto di Jan Schakowsky, deputata dello stato dell’Illinois.
La proposta di legge impedisce a tutti i datori di lavoro e a tutti i dirigenti degli istituti di istruzione (scuole e università) di richiedere a lavoratori, potenziali dipendenti e studenti la password dei social network o dell’email . Inoltre SNOPA vieta che vengano messe in atto azioni disciplinari o discriminatorie nei confronti di chi rifiuta di cedere i propri dati personali.
In una lettera scritta ai colleghi della Camera, Engel sostiene che bisogna “tracciare una linea tra ciò che è l’informazione a disposizione del pubblico e ciò che è personale” e ribadisce che questa brutta abitudine potrebbe degenerare nella richiesta d’accesso ai conti bancari. E conclude: “Abbiamo bisogno di una legge federale per proteggere tutti gli americani”.
Diversi singoli stati hanno agito per proprio conto per vietare tali pratiche. L’ultimo, in ordine di tempo, è stata la California, che ha approvato una legge che impedisce ai datori di lavoro di richiedere login e password ai dipendenti. Il primo stato a introdurre normative analoghe fu, invece, il Maryland, dove però non è passato un disegno di legge che avrebbe esteso il divieto alle scuole e alle università.
Manca ancora una legislazione a livello federale e il tentativo di considerare queste abitudini come una violazione dell’ Electronic Communications Protection Act (legge del 1986 che protegge tutti i dati memorizzati elettronicamente) si è rivelato un fallimento dopo il no del Dipartimento di Giustizia.
L’approvazione di SNOPA potrebbe estinguere una polemica che si protrae ormai da parecchio tempo. Tuttavia, l’iter non è breve: il disegno di legge dovrà passare alla Camera, poi al Senato e poi dalla scrivania del Presidente Obama.
Gabriella Tesoro