Nessuna presa di coscienza globale, nessun timore rispetto ai propri dati e alle proprie comunicazioni: le password più impiegate del 2015 rivelano tutta l’ingenuità di utenti ancorati alla convinzione che i vuoti di memoria siano la minaccia peggiore ai propri account. È così che progressioni numeriche come “123456”, grandi classici come “qwerty” e “password” restano salde ai vertici della classifica delle parole chiave più abusate stilata annualmente da SplashData.
L’analisi, elaborata come ogni anno a partire dai dati trapelati attraverso i dump successivi alle violazioni, e quindi solamente indicativa rispetto allo scenario, stila la classifica delle parole chiave più impiegate dagli utenti su un campione non rappresentativo di due milioni di account. Le password più usate, inevitabilmente, si configurano come le meno sicure.
Sono infatti ancora numerosi gli utenti che trasformano la proprie parole chiave in un passe-partout per gli intrusori: accanto alle intramontabili combinazioni di cui sopra, “welcome”, all’undicesimo posto della classifica, e “letmein”, al diciannovesimo, rivelano in maniera cristallina queste tendenza.
A rappresentare un appiglio sicuro per la memoria dei cittadini della Rete restano le passioni di sempre (“football” e “baseball”, rispettivamente in posizione 7 e 10), ma anche gli interessi contingenti: “starwars” fa il proprio ingresso al posto 25 della classifica, sull’onda del battage pubblicitario del 2015.
Nella classifica SplashData si rileva inoltre una interessante new entry: “passw0rd”. Le raccomandazioni con cui le piattaforme online prescrivono l’impiego di combinazione di numeri e lettere non scalfiscono le abitudini degli affezionati alla più tautologica delle chiavi d’accesso.
Splashdata stima che circa il 3 per cento degli utenti Internet impieghi una delle 25 password dell’elenco, una proporzione che appare finalmente in calo rispetto agli anni precedenti.
Gaia Bottà