Pathfinder per conversazioni più naturali con l'IA

Pathfinder per conversazioni più naturali con l'IA

Nuance presenta Project Pathfinder, una tecnologia IA che insegna ad assistenti virtuali e chatbot a conversare con modalità e linguaggio naturali.
Pathfinder per conversazioni più naturali con l'IA
Nuance presenta Project Pathfinder, una tecnologia IA che insegna ad assistenti virtuali e chatbot a conversare con modalità e linguaggio naturali.

L’utilità di sistemi come assistenti virtuali e chatbot è fuori discussione, ma ancora oggi non si hanno difficoltà nell’identificarne fin dalle prime interazioni la natura digitale, codificata. Anche nelle soluzioni più evolute emerge in alcuni casi la difficoltà nel rispondere e domande o comandi complessi e talvolta le repliche a quesiti specifici lasciano a desiderare. Insomma, per via delle sue modalità di espressione, l’IA non sembra ancora del tutto pronta per superare in modo definitivo e incontrovertibile il test di Turing. Un gap da colmare, secondo Nuance, ricorrendo a tecnologie innovative per l’istruzione degli algoritmi.

Nuance Project Pathfinder

A questo mira il Project Pathfinder annunciato in occasione dell’evento Customer Experience Summit. Una tecnologia sviluppata in modo da poter formare gli algoritmi di intelligenza artificiale fornendo loro l’abilità di conversare con un essere umano in modo naturale, partendo dai registri delle chat e dalle trascrizioni dei dialoghi tra operatori e clienti di un contact center. Il sistema crea dei cosiddetti “modelli di dialogo” sui quali basare poi gli scambi tra l’interlocutore virtuale e quello in carne e ossa, in modo bidirezionale.

L’IA che parla come noi, con noi

Un approccio di questo tipo può portare a benefici concreti non solo in ambito consumer, ma anche nel territorio enterprise, rivolgendosi ad esempio ad agenzie governative o strutture sanitarie, mettendo l’IA al servizio di chi desidera porre richieste o domande specifiche. Insomma, facendo leva sul principio di apprendimento proprio delle tecniche di machine learning si parte da un archivio di conversazioni umane per insegnare a un codice come gestirle senza l’intervento attivo da parte di un operatore. Così Robert Weideman, EVP e GM di Nuance Communications Enterprise Division, sintetizza il principio di funzionamento del Project Pathfinder.

A differenza di altri strumenti di intelligenza artificiale conversazionale, che sono prevalentemente programmati da esseri umani, Project Pathfinder automatizza la costruzione di interazioni uomo-macchina grazie ai nostri progressi nella comprensione del linguaggio naturale (NLU) e alla scoperta dell’intenzione. Attraverso questa innovativa tecnologia, Nuance sta creando un nuovo standard in termini di offerta per quel che riguarda gli assistenti virtuali.

Per assistenti virtuali e chatbot

Secondo Nuance, i vantaggi legati all’impiego di questo approccio sono relativi soprattutto alla riduzione dei costi e dei tempi necessari per la creazione di un assistente virtuale. Stando al comunicato ufficiale, al momento Project Pathfinder si trova nelle mani di alcuni clienti strategici selezionati dal gruppo, con la tecnologia in attesa di poter essere brevettata. Un debutto su più larga scala è atteso entro l’estate.

Fonte: Nuance
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Pubblicato il
6 feb 2019
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