Washington (USA) – Non sono servite le proteste delle organizzazioni per le libertà civili, le prese di posizione della magistratura , le denunce dei giornali: alla fine il Patriot Act è stato rinnovato.
Venerdì prossimo, 16 articoli fondamentali che consegnano agli enti inquirenti statunitensi “poteri eccezionali” sarebbero scaduti; con un colpo di mano, martedì notte la House of Representatives – con un voto di 280 a favore e 138 contro – ha di fatto ri-approvato la legge. I due terzi della Camera, richiesti per l’aggiornamento della normativa, sono stati raggiunti per pochi voti, cosa che ha alquanto stupito i sostenitori di nuovi emendamenti per la protezione delle libertà civili. Fino a qualche mese fa la fronda della politica antagonista sembrava essere vicina ad una vittoria solenne. Il 19 dicembre, infatti, il rinnovo era stato bloccato , malgrado il 14 dello stesso mese Bush avesse confermato la sua intenzione di far allungare la vita della legge fino al 2010.
Ebbene, la Casa Bianca ha vinto la scommessa, sopportando qualche piccola correzione che però non mette in discussione l’integrità dell’impianto normativo. “L’intensa attività congressuale e il confronto pubblico non hanno prodotto una singola prova che evidenziasse nel Patriot Act la violazione delle libertà civili. Chi si opponeva alla legge ha esagerato con le iperboli per distorcere la realtà, ovvero i successi raggiunti”, ha dichiarato James Sensenbrenner, presidente del House Judiciary Committee . “Adesso il presidente si prepara per il futuro e per sottoscrivere la legge”, ha confermato la portavoce della Casa Bianca, Dana Perino.
Sebbene l’epilogo regali a Bush l’ennesima vittoria su un tema così chiacchierato, il dibattito sull’equilibrio fra la guerra al terrorismo e gli strumenti per la protezione delle libertà civili continua. La Commissione Giustizia del Senato è ancora impegnata a fare chiarezza sull’operato della National Security Agency in materia di intercettazioni delle comunicazioni. Il presidente della Commissione, Arlen Specter, ha dichiarato che le nuove misure redatte per il Patriot Act “forniscono protezioni extra che sono più compatibili con la sensibilità dei diritti
civili”.
Le restrizioni inserite nella legge riguardano vari aspetti del potere investigativo. Chiunque riceverà una subpoena – richiesta di testimonianza – per indagini terroristiche avrà il diritto di opporsi all’obbligo di non divulgare le informazioni in suo possesso.
Viene anche eliminata la norma che obbligava a fornire il nome dell’avvocato consultato in seguito alla ricezione di una National Security Letter , ovvero una notifica di controllo della connessione Web e del telefono, senza mandato, da parte del FBI. Vengono rafforzate le pene per gli operatori navali che cercassero di impedire alle forze dell’ordine il controllo presso i centri portuali.
Insomma, come ha sostenuto il repubblicano Dennis Kucinich, la legge è stata riformata superficialmente e non vi è stato nessun miglioramento che preluda ad una migliore salvaguardia delle libertà civili. Una delle norme più criticate infatti è rimasta: gli enti federali inquirenti potranno continuare a sequestrare “beni tangibili”, come archivi e documenti, per le indagini di intelligence, senza bisogno di mandato. Inoltre è stato chiarito che sia gli agenti di spionaggio che anti-spionaggio potranno condividere le informazioni raccolte con le forze di polizia per indagini criminali.
Dario d’Elia