Un’insolita alleanza, formata alla House of Representatives statunitense dalla fazione democratica e dai principali esponenti del movimento conservatore noto come Tea Party . Un’ unione per bloccare sul nascere l’ennesimo prolungamento del tanto contestato Patriot Act .
277 voti favorevoli, 148 contrari . La scadenza per la legge approvata da George W. Bush – in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre – non verrà spostata ancora una volta in avanti, piuttosto sottoposta ad un accurato dibattito politico. I vertici della Casa Bianca avrebbero pensato ad un’estensione del Patriot Act fino all’anno 2013 .
L’esito della votazione ha scatenato le più visibili frustrazioni del congressman repubblicano James Sensenbrenner Jr., tra i principali fautori della legge a stelle e strisce. Inizialmente scadute nel dicembre 2009, le misure previste dal Patriot Act erano state prolungate fino alla fine dello scorso anno .
Una decisione che aveva attirato le critiche più aspre da parte delle varie organizzazioni a tutela della privacy. Al centro delle polemiche erano finite tre specifiche predisposizioni del Patriot Act , in primis quella che permette agli agenti federali di ottenere intercettazioni sulla base di una legge nota come Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA).
Per poi proseguire con una misura conosciuta con il termine lone wolf : i mandati ordinati da un giudice in base al FISA permetterebbero il monitoraggio elettronico di un soggetto qualsiasi, senza che debbano emergere particolari prove di un suo eventuale legame con il terrorismo internazionale o un pericoloso paese straniero.
La terza misura che potrebbe ora sparire è meglio nota con l’espressione business record , con cui le autorità a stelle e strisce non sono costrette a provare l’eventuale legame tra una determinata richiesta di informazioni personali (dati bancari, medici e via dicendo) e le presunte malefatte di un qualsivoglia cittadino a stelle e strisce.
Mauro Vecchio