In una lettera trasmessa al Governo e, in particolare, ai ministri Rutelli, Gentiloni e Nicolais (Beni culturali, Comunicazioni e Innovazione nella PA), i produttori della musica e dell’audiovisivo italiani hanno preso le distanze dal codice di autoregolamentazione presentato da AIIP e Asstel e formulato da Federcomin, un codice che si richiama espressamente al Patto di Sanremo . Secondo i produttori, infatti, quel codice nulla ha a che fare con il Patto, uno strumento nato per combattere la pirateria, in particolare quella via Internet .
La contestazione riguarda specialmente la mancata collaborazione tra ISP e detentori di diritti , che nel Codice degli ISP – questa la visione dei produttori – si traduce nell’affermazione secondo cui i provider non possano attuare forme di controllo sulle attività online dei propri abbonati. “Basti osservare – attaccano i titolari dei diritti – le condizioni contrattuali previste dai principali operatori che già prevedono misure quali la sospensione o la rescissione del contratto in presenza di comportamenti illeciti”.
Nella missiva, spedita nei giorni scorsi, si ricordano gli impegni sottoscritti da titolari dei diritti, provider e fornitori di servizi, impegni concretizzati nelle Linee Guida per l’adozione di codici di condotta, uno strumento, scrivono i produttori, nato per “favorire la creazione di un ambiente digitale sicuro al fine di incoraggiare i titolari dei contenuti a mettere a disposizione del pubblico sulle reti telematiche il maggior numero possibile di opere nell’ambito di un mercato sostenibile per tutti i soggetti coinvolti”.
Secondo i produttori il Codice di deontologia e di buona condotta dei fornitori di connettività realizzato da Federcomin per conto di AIIP e Asstel non recepisce “se non in minima parte”, le indicazioni provenienti dai titolari dei diritti. Si limita infatti a riprodurre i principi espressi dal Patto e le attuali normative in materia di diritto d’autore, senza occuparsi sul piano operativo di come arginare la pirateria.
I produttori fanno notare nella lettera come, nonostante le leggi di cui il paese si è dotato in questi anni, la pirateria e la contraffazione, “soprattutto nell’ambito delle opere messe a disposizione sulla rete” non fa che aumentare , mettendo così a rischio il mecato legale dei contenuti online.
I titolari dei diritti quindi bocciano il Codice AIIP-Asstel e, poiché risulta loro “incompatibile con la ratio e il contenuto del Patto di Sanremo”, che non sia considerato parte dello stesso.
Hanno firmato la lettera:
AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo
Alberto Francesconi – Presidente
AIE – Associazione Italiana Editori
Federico Motta – Presidente
ANICA ? Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche e Multimediali
Paolo Ferrari – Presidente
FAPAV ? Federazione Antipirateria Audiovisiva
Fabrizio Ferrucci – Presidente
FIMI ? Federazione Industria Musicale Italiana
Enzo Mazza – Presidente
FPM ? Federazione Contro la Pirateria Musicale
Enzo Mazza – Presidente
SCF ? Società Consortile Fonografici
Gianluigi Chiodaroli – Presidente
UNIVIDEO ? Unione Italiana Editoria Audiovisiva
Davide Rossi – Presidente