Le nuove regole imposte da PayPal ai propri utenti sono destinate a far discutere: l’imposizione di un costo pari a 10 euro sui conti dormienti, infatti, è qualcosa che inevitabilmente si scontrerà con i desiderata di utenti che vorrebbero avere il conto aperto pur nel diritto di poterlo utilizzare a piacimento e senza regolarità. Ma c’è un aspetto ulteriore che si fa notare, ancora una volta anzitutto a tutela dell’azienda: si tratta di una limitazione specifica imposta in tema NFT.
PayPal, limiti agli NFT
Il settore NFT è in piena turbolenza perché, nonostante la grande crescita e la grande visibilità che il settore sta avendo, il numero di truffe e misfatti che circonda questo ambito sta generando non poche preoccupazioni. Non da ultimo c’è l’attacco phishing agli utenti OpenSea che ha portato al furto di token per un valore di circa 600 ETH (circa 1,5 milioni di dollari).
In ballo, infatti, ci sono asset intangibili scambiati spesso in criptovalute, muovendo il tutto in un ambito non perfettamente regolamentato e non sempre totalmente blindato. Il problema è spesso insito negli utenti stessi, i primi a mettere in campo scelte e comportamenti sbagliati, fino a farsi ingannare da mail truffaldine e fornire credenziali con le quali i malintenzionati possono arrivare facilmente a monetizzazione. PayPal non mette in campo soltanto specifiche misure di sicurezza, ma vuole anche evitare che gli ambiti più delicati possano essere limitati al fine di contenere il rischio generale di sistema che può portare a furti difficilmente arginabili. Di qui la scelta di imporre il limite di 10 mila dollari alle transazioni di NFT tutelate dall’apposito servizio di protezione del gruppo.
Il valore degli NFT, del resto, è spesso concretizzato attraverso transazioni in criptovalute ed il valore delle stesse è basato su dinamiche di mercato non sempre direttamente ricollegabili al valore della moneta tradizionale: parametrare gli NFT ad una soglia in dollari non è pertanto sempre cosa affidabile durante i picchi di valore e slegare i due ambiti appare una scelta doverosa per evitare di caricare su PayPal rischi gravosi o garanzie non sostenibili.
Recitano le nuove policy aggiornate all’interno dell’elenco delle transazioni non idonee al sistema di Protezione Vendite di PayPal:
Oggetti d’arte, mezzi di comunicazione, oggetti d’antiquariato o da collezione in formato fisico o digitale o come rappresentati da un token non fungibile (NFT), associati a una transazione il cui importo sia superiore a 10.000 USD o valore equivalente in valuta locale, come calcolato al momento della transazione.
Questo divieto si accompagna a quello di immobili, veicoli, aziende, prodotti finanziari, scommesse, compravendita di oro, donazioni e altro ancora. Così facendo, insomma, PayPal si tutela al cospetto di transazioni contestate: non sarà il gruppo a proteggere l’utente di fronte all’acquisto di un NFT che perde valore, insomma, e il sistema di pagamento non si accollerà l’onere di eventuali investimenti sbagliati. Scelta legittima e opportuna, soprattutto per transazioni di una certa na tura e al di sopra di taluni livelli di valore.