Il colosso giapponese del PC, tratteggiato da indiscrezioni che circolavano da tempo, si era materializzato nel mese di febbraio con delle dichiarazioni di intenti, ad assemblare Vaio, Toshiba e Fujitsu in un mecha capace di affrontare la crisi condividendo risorse e sfruttando sinergie nel tentativo di riportare il lustro fra i gloriosi produttori giapponesi. Le trattative in corso, riferisce ora il Wall Street Journal , potrebbero concludersi con un nulla di fatto.
La prospettiva di prendere di petto un mercato poco promettente sarebbe potuta essere allettante tanto per Japan Industrial Partners, che controlla Vaio dal 2014, quanto per Fujitsu, che sembrava aver preparato il terreno con lo spinoff delle divisioni PC e smartphone, e per Toshiba, che ha necessità di risollevarsi dopo lo scandalo dei conti gonfiati. Avrebbe consentito di razionalizzare gli sforzi, le capacità produttive e le relazioni commerciali per permettere all’industria giapponese del PC di tornare rappresentativa in termini di quote di mercato, ora rispettivamente ripartite su scala globale con Toshiba al 4,1 per cento, Fujitsu all’1,2 per cento e Vaio all’1,1 per cento.
Japan Industrial Partners sarebbe stata però la prima ad abbandonare le trattative, in quanto le tre aziende non sarebbero state in grado di accordarsi riguardo alla sua posizione nell’assetto azionario.
Nikkei , a differenza di altre fonti locali più possibiliste, riferisce poi che anche Fujitsu avrebbe interrotto le negoziazioni con Toshiba, indecisa riguardo al futuro della propria divisione PC estromessa dal core business dopo lo spinoff. Anche Toshiba, secondo le fonti del WSJ , avrebbe meno urgenza di concludere l’operazione dopo la cessione a Canon della divisione dedicata ai dispositivi elettromedicali che contribuirà ad alleggerire le perdite previste in bilancio.
Gaia Bottà