Cercando tra i migliori cloud storage in circolazione, spuntano due nomi piuttosto noti: Google Drive e pCloud. Il primo è frutto del colosso di uno dei colossi tech per eccellenza, l’altro di un’azienda con alle spalle esperienza decennale. Nonostante il servizio di base offerto sia medesimo, ogni servizio offre dei pro e dei contro in termini sia di funzionalità che di prezzo. Analizziamo quindi i due cloud storage cercando di radunare tutti questi elementi per un confronto.
1. pCloud
Spazio cloud lanciato nel 2013 in cui è possibile archiviare file, cartelle ed effettuare backup automatici – sia del PC che del cellulare, grazie alla sua natura multipiattaforma. pCoud è infatti compatibile sia con dispositivi mobile (iOS e Android) che sistemi operativi macOS, Windows e tutte le distribuzioni Linux. Uno dei vantaggi principali è la possibilità di creare una sorta di unità virtuale sicura in grado di espandere lo spazio di archiviazione locale. Ogni modifica apportata viene immediatamente aggiornata e visualizzata su ogni device collegato all’account, così come i file vengono istantaneamente sincronizzati.
I principali pro di pCloud sono:
- Nessun abbonamento: acquisto a vita dello spazio cloud
- Sistema “rewind” per recuperare un file prima di una modifica
- Protezione dei file sensibili, anche con crittografia
- Backup semplice e veloce, anche da altre piattaforme (compresi Facebook e Google Drive)
- App mobile intuitiva e accesso semplice ai file
- Opzioni di condivisione file con cartelle e link e visualizzazione offline
- Protocollo di sicurezza TLS / SSL e crittografia 256-bit AES
Il vantaggio principale resta nel prezzo, molto più sostenibile a lungo termine rispetto a un abbonamento che deve essere necessariamente rinnovato a cadenza regolare. pCloud, invece, permette l’acquisto dello spazio cloud a vita, così dopo un investimento iniziale sarà tuo per sempre. I piani disponibili sono tre: da 500 GB, in offerta a 175 euro, da 2 TB (a 350 euro) e da 10 TB a 990 euro.
Per quanto riguarda i contro, invece, troviamo:
- Opzioni di collaborazione non sviluppate
- Massimo storage disponibile: 10 TB
- Spazio gratuito fino a 10 GB
2. Google Drive
Servizio di archiviazione e sincronizzazione file sviluppato da Google nell’anno 2012, consente ai suoi utenti di archiviare file, condividerli e sincronizzarli online su dispositivi diversi. Per accedere e utilizzare Google Drive è necessario configurare un account di posta elettronica Gmail, con cui lavora in completa sinergia.
Tra i pro di Google Drive troviamo:
- Ben implementata con le altre app Google, come Documenti / Fogli e Gmail
- Ogni documento viene salvato e sincronizzato automaticamente
- Possibilità di visualizzare file offline, anche da applicazione
- 15 GB di spazio gratuito, condiviso però con le altre app integrate (come Gmail)
- Possibilità di condividere documenti e file con chiunque, anche chi non è iscritto al servizio
Google Drive, a differenza di pCloud, è un servizio basato principalmente sulla collaborazione tra utenti. Perciò potrebbe essere più adatto per chi lavora in team. Tuttavia, quando i GB gratuiti non bastano è necessario sottoscrivere per forza un abbonamento, che a lungo andare potrebbe diventare poco sostenibile economicamente.
Viceversa, tra i contro troviamo:
- Presenza di un abbonamento per ampliare lo spazio di archiviazione
- Anche se Google offre uno spazio a pagamento fino a 30 TB, ha un limite che impedisce la visualizzazione di file superiori ai 5 TB
In conclusione, entrambi i cloud storage sono molto validi e ognuno possiede caratteristiche che lo rendono migliore o peggiore dell’altro. Guardando da un punto di vista funzionale, Google Drive offre più possibilità di collaborazione, mentre pCloud è legato all’aspetto di condivisione e backup. Economicamente parlando, invece, vince sicuramente pCloud grazie alla possibilità di acquistare direttamente lo spazio di archiviazione cloud senza doversi legare a nessun abbonamento.