Non cresce solo lo SPID: secondo quanto annunciato da Aruba sulla base dei dati messi a disposizione da AgID, i mesi estivi avrebbero fatto registrare una impennata di registrazioni di PEC, alzando notevolmente il tasso di adozione di questo importante strumento di comunicazione. L’annata è chiaramente anomala per molti motivi ed è così che, proprio nei mesi di maggior stallo tradizionale per la registrazione delle caselle di Posta Elettronica Certificata, l’elemento PEC vede invece una improvvisa impennata.
L’impennata della PEC
L’interpretazione di questi dati è fornita da Gabriele Sposato, Direttore Marketing di Aruba:
Oggi più che mai la tecnologia dimostra di essere di grande aiuto per imprese e cittadini. In questo difficile periodo, sempre più utenti hanno compreso come la PEC, così come l’email o la firma digitale, siano degli strumenti semplici, utili, economici e, in casi d’emergenza, essenziali. In quest’ottica si collocano anche le misure di semplificazione contenute nel D.L. n. 76/2020. Nello specifico, il decreto Semplificazioni prevede alcune misure volte a semplificare e migliorare i rapporti tra Amministrazione, imprese, professionisti e cittadini rafforzando, ad esempio, l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata come strumento principale di comunicazione ed introducendo il diritto per il cittadino di attivare il proprio Domicilio Digitale anche a mezzo PEC, che di fatto viene elevato a recapito elettronico ufficiale riconosciuto da tutta la PA.
Complessivamente sono 11.486.460 le caselle PEC attive, con un balzo di oltre 193 mila attivazioni rispetto al bimestre del lockdown e con addirittura 35 milioni di messaggi inviati in più rispetto a medesimo periodo.
Nel solo mese di giugno i messaggi veicolati tramite PEC sarebbero stati oltre 377 milioni: il57,4% per questioni lavorative, il 30,9% per comunicazioni personali e il 25,8% per comunicazioni con la Pubblica Amministrazione. Il resto si divide tra obblighi di legge, fatture elettroniche, concorsi e gare d’appalto.
Secondo le stime prodotte da Aruba e Trust Technologies, i benefici netti della PEC per il sistema Italia equivalgono a qualcosa come 2,2 miliardi di euro nel periodo 2008-2019, crescendo ulteriormente nel quadriennio successivo. Si tratta di oneri minori, minor dispendio di tempo e maggior facilità gestionale, tutti elementi che contribuiscono a premiare la PEC come uno strumento fondamentale per costruire un miglior rapporto tra le aziende e tra cittadino e PA.
Un dato su tutti: “con la PEC si eliminano virtualmente i tempi di attesa fisica presso gli uffici postali, stimati – e questo è il dato più curioso – in 2150 anni-uomo nel 2019, destinati a diventare addirittura 3.234 nel 2022“. Se il tempo è denaro, non serve altro per spiegare quanto l’Italia stia avanzando rispetto ai decenni delle file allo sportello.