Pechino, maxioperazione antipirateria

Pechino, maxioperazione antipirateria

Le autorità cinesi hanno sequestrato e distrutto quasi 13 milioni di dischi ottici contenenti materiale contraffatto, principalmente software e film. I portavoce del governo: avanti così
Le autorità cinesi hanno sequestrato e distrutto quasi 13 milioni di dischi ottici contenenti materiale contraffatto, principalmente software e film. I portavoce del governo: avanti così

Pechino – Le forze di polizia cinesi hanno messo a segno un duro colpo contro l’industria parallela della pirateria digitale . Nel corso di una maxioperazione, gli agenti delle province di Guangdong e Pechino hanno confiscato quasi 13 milioni di DVD e CD contenenti software, film e musica.

Le incursioni delle autorità hanno colpito alcuni punti nevralgici della pirateria organizzata, riporta l’agenzia stampa di stato Xinhua . “Il network della pirateria comprende impianti di fabbricazione e sistemi di distribuzione ben organizzati”, hanno riferito i portavoce del governo cinese, “continuiamo i nostri sforzi per combattere il fenomeno”.

Di questi tempi, anche in seguito all’entrata della Repubblica Popolare Cinese nell’ Organizzazione Mondiale del Commercio , la lotta alla pirateria ha guadagnato un posto nell’agenda politica del Partito Comunista. Nel solo biennio 2004-2006, secondo i dati ufficiali, sono stati chiusi oltre 8907 negozi e 481 impianti industriali per la produzione di dischi contraffatti.

Il fronte della guerra alla pirateria include anche Internet, dove le forze dell’ordine hanno fatto man bassa di oltre 942 siti web che distribuivano musica, film e programmi informatici in modo completamente abusivo. Il fulcro del problema, che salta agli occhi di qualsiasi turista, rimane comunque nelle strade.

I venditori ambulanti di merce digitale contraffatta operano in tutte le maggiori città cinesi, spesso sotto la luce del sole: alcuni di loro, a Pechino così come a Chongqing, hanno addirittura veri e propri negozi e stand all’interno di centri commerciali. Attivo anche nelle province più remote, il network della pirateria cinese si avvale di tecniche estremamente raffinate: la maggior parte dei dischi contraffatti vengono venduti con tanto di copertine a colori e talvolta persino di contenitori in plastica e manualistica.

Il prezzo medio di una copia illegale di Windows XP, ad esempio, si aggira attorno ai 30 centesimi di euro per arrivare fino a 3 euro. Un film su DVD o VCD ha un costo compreso tra 1 e 4 euro, a seconda della qualità. L’autorevole Beijing Review ha recentemente intervistato i responsabili della campagna antipirateria del governo cinese ed è emerso che la Repubblica Popolare intende incrementare le pene previste per il reato di contraffazione.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
18 set 2006
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