La Cina snocciola la ricetta dell’azienda tecnologica, delinea i tratti delle imprese hi-tech capaci di proiettare il paese nel mercato globale, sospinte dalle agevolazioni fiscali dispensate da Pechino.
A tracciare un confine tra le imprese che meritano il sostegno statale, a stimolare la realtà aziendale cinese alla partecipazione competitiva su scala internazionale è l’ Amministrazione tributaria locale: promette sconti sulle tasse alle aziende IT che dimostrano di profondere impegno e risorse per garantire alla Cina un ruolo di peso nel futuro della tecnologia.
Il primo requisito delle aziende cinesi che desiderino fruire degli incentivi, è quello di rientrare in una delle categorie che il governo ritiene essere le frontiere dell’innovazione: elettronica e astronautica, servizi IT e tecnologie per l’ambiente, biotecnologie, energia e nuovi materiali saranno i campi per cui Pechino concederà dobloni. Sarà un panel di esperti a valutare se le aziende e i prodotti a cui lavorano possono ricadere in una delle categorie istituite.
Potranno fruire degli sconti sulle tasse anche le imprese tradizionali, a patto però che dimostrino di avere una spiccata vocazione all’innovazione tecnologica, attitudine dimostrata dal patrimonio di proprietà intellettuale che mostreranno di detenere. La loro tensione verso la tecnologia dovrà essere confermata dai risultati ottenuti sul mercato: il 60 per cento del fatturato di queste imprese dovrà provenire dalla vendita di prodotti o servizi hi-tech.
Anche la composizione delle aziende sarà sottoposta ad analisi: per assicurare che il team di dipendenti sappia produrre innovazione e possa sfornare merce e servizi di valore, Pechino richiede che il 30 per cento dello staff possieda un diploma di istruzione superiore . A trainare la forza lavoro qualificata saranno i tecnologi, coloro che possono vantare un titolo di studio che li qualifica come esperti nel settore di cui si occupa l’azienda.
Tutte le imprese che ambiscono alle agevolazioni dovranno poi dimostrare di essere proiettate verso il futuro: dovranno documentare di aver investito in maniera crescente in nuovi progetti. Nel corso del 2007, ciascuna azienda deve aver investito almeno il 6 per cento delle entrate in ricerca e sviluppo . Le imprese che potranno dimostrare di allinearsi ai criteri di Pechino riceveranno un certificato : valido per tre anni, documenterà lo status di azienda IT e consentirà all’impresa di approfittare di un regime fiscale meno gravoso.
Ma a fruire di consistenti agevolazioni saranno anche i venture capitalist che sceglieranno di puntare su un’azienda IT: se sapranno dimostrare di aver investito in maniera costante su una piccola o media impresa hi-tech, potranno dedurre fino al 70 per cento del loro investimento dalla tassazione dei propri profitti.
Pechino intende proiettarsi in un futuro di innovazione, non rinuncia a competere sul mercato globale sospingendo le aziende che operano in settori in continua espansione: lo fa incentivando la ricerca e le aziende più dinamiche, per tentare di tradurre in realtà un futuro che sembra già scritto .
Gaia Bottà