Pechino scheda i sorrisi dei suoi netizen

Pechino scheda i sorrisi dei suoi netizen

Foto segnaletiche e dati anagrafici degli utenti degli Internet café di Pechino stanno convergendo in un database centralizzato. Per scoraggiare le attività online sgradite alle autorità
Foto segnaletiche e dati anagrafici degli utenti degli Internet café di Pechino stanno convergendo in un database centralizzato. Per scoraggiare le attività online sgradite alle autorità

Sarà un database a raccogliere i dettagli di tutti gli utenti che bazzicano gli Internet café: foto, dettagli anagrafici, cronistoria di tutte le frequentazioni. A volerlo sono le autorità di Pechino: il nuovo regime di sorveglianza contribuirà a rendere Internet un ambiente meno pericoloso, consegnerà ai gestori le armi per collaborare con le forze dell’ordine e assicurare alla giustizia i cittadini che abusino della rete.

Internet cafe - Kai Hendry Gli avventori dovranno mostrare la carta d’identità e lasciare che il gestore la passi allo scanner, dovranno favorire il volto ad una cam: il proprietario del netcafé provvederà a registrare i dati dell’utente, a scattargli una foto segnaletica, a far convergere quanto raccolto in un archivio gestito a livello municipale e già in fase di sperimentazione . La procedura di identificazione sarà da effettuare solo al primo accesso: il cittadino verrà riconosciuto in altri 1500 Internet café disseminati in 14 circoscrizioni di Pechino e, dalla metà di dicembre, il suo volto sarà familiare ai gestori degli Internet café di altre 4 zone della città. In questo modo le autorità potranno tracciare i suoi spostamenti, vigilare sulla sua attività online, interrogare il gestore dell’Internet café presso il quale ritengano abbia commesso attività sconvenienti.

L’identificazione sulla soglia dei netcafé non rappresenta una novità in terra cinese: per evitare che i minori possano abusare delle connessioni, per evitare che i cittadini approfittino degli Internet café per agire nell’ anonimato , sono già numerosi i sistemi di identificazione messi in campo dalle autorità. Esistono speciali card per identificare i frequentatori di Internet café; gli utenti in ogni caso, come avviene in Italia, sono invitati a presentare il proprio documento di identità prima di accomodarsi di fronte allo schermo e di operare in rete sotto l’occhio vigile di microcam di sorveglianza e di filtri per il monitoraggio destinati ad imbrigliare i contenuti sospetti.

La centralizzazione della vigilanza renderà tutto più semplice e immediato: a illustrare i vantaggi del nuovo sistema è un rappresentante degli addetti ai lavori, che spiega che in questo modo gli avventori non potranno scambiarsi utenze e password per aggirare il divieto imposto ai minori e per compiere attività sgradite al governo. Le autorità potranno ricondurre ogni attività al legittimo perpetratore .

“Il mio café è diventato come una classe vuota” racconta all’agenzia di stampa di stato Xinhua Li Yunfei, un gestore di Pechino: “L’80 per cento dei miei clienti se ne andava non appena vedeva il dispositivo”, ma Li non aveva possibilità di scegliere se aderire al nuovo sistema: “Ho bisogno di usarlo, perché in caso contrario verrei multato e perderei la mia reputazione”. Il sistema consente però di vivere la vigilanza quotidiana sugli utenti con più tranquillità e meno responsabilità: “Ora posso facilmente tenere traccia dei tempi esatti di navigazione dei miei clienti e di quando passano da un computer all’altro – spiega un altro gestore – se qualcuno commette un crimine attraverso Internet, posso aiutare la polizia ad acchiapparlo”.

Nonostante qualcuno sia impensierito dalle potenziali implicazioni in termini di sicurezza di un database che straripa di dati personali, gli utenti sembrano rassegnarsi alle nuove imposizioni e l’affluenza è tornata regolare presso gli Internet café che hanno avviato la sperimentazione: “È una misura ragionevole, impieghi due minuti e puoi divertirti in un mondo virtuale più salutare – racconta un utente facendo eco alle parole del governo – oggi ci sono molti hacker , rumor messi in circolazione attraverso la rete e persone che mandano contenuti erotici: ora che tutte queste persone hanno un volto, non oseranno fare brutte cose”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
20 ott 2008
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