Pedoporno e rete: caccia all'inglese

Pedoporno e rete: caccia all'inglese

Ad alcune settimane dall'annuncio di Londra secondo cui le autorità avrebbero dato un giro di vite alla pornografia infantile seguono ora i fatti
Ad alcune settimane dall'annuncio di Londra secondo cui le autorità avrebbero dato un giro di vite alla pornografia infantile seguono ora i fatti


Londra – Sembra sia durata sei mesi l’indagine che ha condotto nelle scorse ore all’arresto di una trentina di persone in tutta la Gran Bretagna, coinvolte in quello che viene definito “traffico online di materiale di pornografia infantile”. Si tratta di una delle operazioni più vaste mai condotte nel paese e arriva ad alcune settimane dalle dichiarazioni di Downing Street con cui si annunciava un giro di vite contro l’uso di internet da parte di pedofili criminali.

La strada seguita dai cybercops di Londra e Manchester, che ha portato all’arresto di 27 persone accusate di violazioni al Protection of Children Act, è stata quella di monitorare le attività online di siti sospetti nonché chat room ritenute luogo di scambio di immagini a contenuto pedofilo e quindi illegali. L’operazione ha coinvolto le polizie locali di Inghilterra, Galles e Scozia in un’azione simultanea. Va detto che nessuno degli indagati è accusato di violenza su minori, quanto invece di possesso e diffusione di “immagini indecenti di bambini”.

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Pubblicato il
10 dic 1999
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