Pedoporno, scoperto l'agente sotto copertura

Pedoporno, scoperto l'agente sotto copertura

I federali mettono le mani su Donald Sachtleben, accusato di possesso e condivisione di materiale pedopornografico. L'uomo ha lavorato per anni nello stesso Bureau. Gli agenti si erano infiltrati in una rete di condivisione per seguirlo
I federali mettono le mani su Donald Sachtleben, accusato di possesso e condivisione di materiale pedopornografico. L'uomo ha lavorato per anni nello stesso Bureau. Gli agenti si erano infiltrati in una rete di condivisione per seguirlo

È finito in manette per detenzione di materiale pedopornografico, in una cartella contenente 30 fotografie e alcuni video. Ma l’arresto del 54enne Donald Sachtleben ha fatto sensazione per un altro motivo: dal 1983 al 2008, l’uomo aveva ricoperto il delicato incarico di agente speciale del Federal Bureau of Investigation (FBI) , contribuendo da esperto in esplosivi all’inchiesta avviata sul temibile Unabomber .

Gli stessi agenti federali hanno ora ottenuto il suo nome dal provider AT&T , dopo essersi infiltrati tra i vasti meandri della rete di file sharing GigaTribe. Quella del lavoro sotto copertura è infatti una pratica abituale per la lotta alla condivisione di pedopornografia, con gli stessi agenti pronti a mascherarsi da utenti interessati per poi indagare su ciò che succede nelle reti di condivisione .

Con il nickname Pedodave69 – associato ad un indirizzo di posta elettronica con il provider Yahoo! – Sachtleben frequentava GigaTribe per lo scambio di materiale illecito. L’FBI aveva così ottenuto il suo ultimo indirizzo IP da AT&T , riuscendo a localizzare l’area geografica di residenza dell’ex-collega. L’uomo rischia ora 20 anni di carcere per condivisione e altri 10 per possesso, oltre ad una maxi-multa da 250mila dollari.

Al di là del singolo caso di cronaca, le strategie di camuffamento dei federali non sembrano sempre vincenti. Sulla stessa rete di GigaTribe, si ricorda l’episodio che coinvolse l’utente Pedodad36569 , seguito attraverso un indirizzo IP visibile in pubblico e poi scambiato per un uomo terrorizzato dell’Illinois. I federali avevano infatti scoperto che la connessione wireless dell’abitazione non era stata protetta .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
24 mag 2012
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