“Sei ripugnante, ammettilo. Un pedofilo!”. Così un agente della U.S. Immigration and Customs Enforcement (ICE) ad un misterioso cittadino di Buffalo (New York), recentemente accusato di aver scaricato migliaia di immagini e filmati a sfondo pedopornografico . “Vi state sbagliando. Io non ho fatto niente”, ha risposto l’uomo in preda al terrore.
E infatti l’uomo si è rivelato del tutto innocente, dopo che gli agenti gli avevano perquisito laptop e dispositivo cellulare. Troppo esiguo il tempo per cancellare i file, dal momento che i federali avevano deciso di fare irruzione all’alba nell’abitazione dell’uomo.
Grida, minacce. Alle 23:30 della sera prima il misterioso netizen Doldrum aveva iniziato a scaricare migliaia di immagini pedopornografiche, facendo scattare gli agenti che stavano già seguendo da tempo i suoi spostamenti online. Senza ordinanze specifiche, un provider locale aveva consegnato agli agenti l’indirizzo fisico dell’abbonato in questione .
Con un piccolo dettaglio che è probabilmente sfuggito agli agguerriti agenti dell’ICE: il possessore di una connessione WiFi potrebbe non corrispondere al reale colpevole. Specie se il cittadino di Buffalo non si è mai preoccupato – e non si preoccupa più del 30 per cento della popolazione statunitense – di proteggere la propria rete.
Tutto è bene quel che finisce bene. L’uomo è stato alla fine scagionato , mentre il venticinquenne John Lucchetti è finito nelle mani degli agenti a stelle e strisce. Doldrum sarebbe stato identificato anche grazie alla State University of New York di Buffalo, le cui infrastrutture di rete erano state sfruttate dallo stesso Lucchetti per lo scaricamento illecito di immagini.
Piccola curiosità: il misterioso uomo ha rinunciato a qualsiasi azione legale nei confronti degli agenti, preferendo invece la pubblicazione della vicenda sui quotidiani locali. ICE dovrebbe svolgere con più attenzione il proprio lavoro, soprattutto informarsi meglio sulle connessioni WiFi prima di fare irruzione in casa degli innocenti.
Mauro Vecchio