Un totale pari a 119 decreti di perquisizione eseguiti in tutto il Paese e 3 arresti in flagranza di reato: è questo l’esito dell’operazione battezzata Canada 2.0 condotta dalla Polizia Postale al fine di colpire chi si macchia del reato di detenzione di materiale pedopornografico. Alcuni dei responsabili dovranno rispondere dello scambio, anche a livello internazionale, effettuato attraverso le piattaforme social.
L’operazione Canada 2.0 contro la pedopornografia
È l’esito di un’indagine avviata oltre un anno fa in seguito alla ricezione di alcune segnalazioni. Gli accertamenti hanno portato alla luce contenuti raffiguranti abusi e violenze su minori, nella maggior parte dei casi in tenera età, talvolta addirittura neonati.
La Polizia Postale è riuscita ad associare una reale identità a coloro che online si nascondevano dietro nickname e pseudonimi, deferendoli poi all’autorità giudiziaria. I controlli sono stati svolti in 60 province di 16 diverse regioni: quasi la metà dei soggetti individuati è residente in Lombardia, Piemonte e Veneto.
In oltre 80 casi sono stati scoperti gli account impiegati per le richieste del materiale illecito, individuando complessivamente circa 28.000 fotografie e 8.000 video. Sottoposti a sequestro più di 230 dispositivi: smartphone, tablet, computer, hard disk e pendrive. Lo stesso vale per profili social, cloud e email. Le manette sono scattate ai polsi di tre persone residenti nelle province di Imperia, Pistoia e Reggio Calabria, in conseguenza all’ingente quantitativo di contenuti rinvenuti. Per gli altri una denuncia a piede libero.
Molto ampia la forbice anagrafica: dai 18 ai 72 anni. Lo stesso vale per la dislocazione nei diversi contesti sociali, a testimonianza della trasversalità del fenomeno: studenti, professionisti, disoccupati, impiegati (anche pubblici), pensionati e militari, persino un appartenente alle forze dell’ordine. Riportiamo dal comunicato sull’operazione.
Come in precedenti occasioni, anche in questo caso è stato fondamentale il ruolo d’impulso assunto dalle segnalazioni pervenute attraverso il circuito internazionale di cooperazione in materia di contrasto allo sfruttamento dei minori online, con enti esteri e associazioni non governative, gestite presso il Servizio Centrale dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online, realizzando delle vere e proprie partnership fondamentali per un’efficace azione di contrasto agli abusi in danno di minori online.