Al termine di un’indagine durata oltre sei mesi, la Polizia di Stato ha arrestato tre persone ed eseguito 33 perquisizioni nell’ambito dell’operazione La Croix avviata per contrastare la pedopornografia online. Come già accaduto in passato, lo scambio di immagini e video è avvenuto tramite Telegram, un servizio di messaggistica molto utilizzato dai criminali.
I miglioramenti saranno efficaci?
L’indagine della Polizia di Stato, condotta in collaborazione con il Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, ha permesso di identificare numerosi soggetti seguendo l’attività di un utente. Quest’ultimo, sebbene interessato al materiale pedopornografico, ha pubblicato su alcuni gruppi informazioni e tracce informatiche ottenute durante l’interazione con altri utenti, svolgendo in pratica il ruolo di “giustiziere”.
Gli agenti della Polizia Postale hanno lavorato sotto copertura, riuscendo ad infiltrarsi nelle rete di contatto del giustiziere. Dopo aver ottenuto i dati informatici, gli investigatori hanno identificato i 33 utenti coinvolti, ripercorrendo la cronologia delle interazioni del loro contatto principale.
Gli indagati hanno diversa età (anche giovanissimi), condizione lavorativa e ubicazione geografica. I tre arrestati sono residenti nelle province di Milano, Cagliari e Benevento. Due di essi sono un appartenente alle forze dell’ordine e un prelato.
Durante le perquisizioni sono stati sequestrati telefoni cellulari, tablet, hard disk, pen drive, computer, account di email e profili social. In alcuni casi è stato trovato un ingente quantitativo di materiale illecito custodito sui supporti informatici che saranno oggetto di successivi accertamenti. Il procedimento è nello stato di indagine preliminare, quindi i soggetti indagati sono non colpevoli fino al passaggio in giudicato di eventuali provvedimenti giudiziari a loro carico.
Gli utenti che usano Telegram possono segnalare i contenuti vietati, inclusi materiali pedopornografici, utilizzando la specifica funzionalità presente nelle app.