Secondo diverse fonti che si sono iniziate ad esprimere da fine settembre, starebbe per essere lanciato un nuovo servizio che scavalca il concetto di social network per fare delle relazioni e delle persone un bene valutabile e giudicabile come un’attività commerciale, un prodotto od un servizio. L’applicazione in questione si chiamerà Peeple e promette di commentare ed assegnare un voto da una a cinque stelle “a chiunque tu conosca”. E ben prima che diventi ufficiale ha già attirato titoli di articoli e polemiche.
Si parla , così, per esempio di “Yelp per le persone” e lo si descrive come la nuova frontiera della socialità via app: le persone sono talmente abituate a giudicare qualsiasi cosa, dai ristoranti alle agenzie governative, passando per le app, che l’idea di un sistema di valutazione anche per le persone stesse sarebbe solo la logica evoluzione del concetto di reputazione. C’è chi parla addirittura di “sorpresa” nel pensare che nessuno avesse avuto prima il coraggio di lanciare un’idea simile.
Coraggio, perché qualche problema certamente c’è: i primi che vengono in mente ( raccolti anche nei commenti sulla relativa pagina Facebook) rispetto ad una tale ipotesi sono, in ordine sparso, le ingiurie, le antipatie, la soggettività delle relazioni, il cyberbullismo, lo stalking o le ripicche che non solo rendono quasi inimmaginabile un sistema di valutazione delle persone, ma anche potenzialmente giuridicamente rilevante.
Ad un ulteriore livello, poi, la questione diventa etica e riguarda la base stessa dell’app: com’è possibile dare un voto ad una persona al pari di qualsiasi prodotto commerciale?
Nonostante questo il progetto ha già raccolto mota visibilità e si parla già di una valutazione finanziaria di 7,6 milioni di dollari : l’hype ed i commenti intorno alla loro creatura, insomma, quelli di Peeple l’hanno finora saputa gestire molto bene, sfruttandola per raccogliere finanziamenti e sostegno.
Così in Rete si moltiplicano le interviste e una delle fondatrici dell’app, Julia Cordray, parla senza remore dell’opportunità di utilizzare un sistema di valutazione tanto utile al momento di comprare un’auto o scegliere un ristorante anche in altri aspetti della vita di tutti i giorni.
Cordray, d’altra parte, dice di non veder alcun motivo per cui qualcuno non dovrebbe desiderare mettere “in mostra il proprio carattere” online. L’altra co-fondatrice poi – Nicole McCullough – parla di un altro possibile utilizzo del servizio: avere ulteriori dati per decidere di chi fidarsi riguardo alle persone cui affidare i propri figli ed è per questo che sottolinea come “le funzioni di integrità” saranno particolarmente rigorose su Peeple: respinge, insomma, subito al mittente le accuse di possibili utilizzi per il cyberbullismo o per diffondere contenuti umilianti .
Anche per questo per utilizzare l’app, spiegano le due, sarà necessario avere più di 21 anni, un riconosciuto profilo Facebook (che funge dunque come una sorta di carta d’identità online) e si potranno esprimere commenti solo su persone che si conoscono realmente: ad ulteriore salvaguardia (ed al contempo minaccia per la privacy dato che si contempera l’ipotesi che un terzo divulghi il numero di telefono, probabilmente trovando eventuale conferma sui dati caricati su Facebook) si potrà aggiungere al database di Peeple una persona solo conoscendone il numero di cellulare.
Tre le aree di possibile conoscenza: personale, professionale o sentimentale . I commenti positivi saranno immediatamente visualizzati sulla piattaforma, mentre quelli negativi dovranno passare un controllo di qualità, saranno automaticamente eliminati quelli sessisti, relativi alle condizioni di salute o contenenti profanità e saranno sospesi in una finestra privata di 48 ore in caso di controversie: chiunque non sia registrato al sito non potrà contestare i commenti negativi e pertanto il suo profilo mostrerà solo quelli positivi. In ogni caso potranno essere presentate contestazioni anche in un secondo momento, quando eventualmente fossero già pubblicati.
Si tratta, evidentemente, di un’impostazione che vuole giocare sul sicuro, evitando le maggiori polemiche legate alle calunnie, alle offese ed ai contenuti violenti: tuttavia ciò non manca di sollevare critiche diverse, basate sul controllo dei contenuti, la censura ed una moderazione che appare (preventivamente) particolarmente presente.
L’idea, d’altra parte, è tanto estrema da far pensare ad una provocazione, uno scherzo, un fake o una trovata assolutamente pubblicitaria : alcune fonti collegano l’idea dell’app alla pubblicità di una web serie con protagoniste le due fondatrici e dedicata proprio al processo di sviluppo del servizio di valutazione delle persone. Oltre ai primi video divulgati attraverso il relativo profilo Twitter e Facebook ed alle indiscrezioni raccolte attraverso di essi dagli osservatori al momento,d’altronde, non c’è nulla di concreto.
Claudio Tamburrino