La notizia, improvvisa, arriva direttamente dal CEO di Google Larry Page: Andy Rubin lascia il suo compito di responsabile del progetto Android, scrive Page sul blog aziendale, e al suo posto arriva Sundar Pichai già (e ancora) responsabile della divisione “Chrome e App”.
Dopo nove anni passati a “cucinare” quello che è ora il sistema operativo mobile più usato assieme a Google, dunque, Rubin “ha deciso” di dedicarsi ad altri progetti con la stessa capacità innovativa lavorando sempre all’interno del recinto di Mountain View.
Rubin ha alle spalle una carriera di imprenditore seriale praticamente sempre votata alla realizzazione di gadget mobile di nuova concezione , e tra i nuovi, ambiziosi progetti che potrebbero avvantaggiarsi della sua esperienza e “visione” molti citano il discusso paio di occhialini-computer di Mountain View noti come Glass.
Page lascia intendere che la decisione di Rubin sia stata di tipo personale, ma le voci provenienti dall’interno di Google parlano piuttosto di un intervento in prima persona del CEO: mettere Pichai alla testa di Android rappresenterebbe una di quelle mosse in linea con la volontà dell’amministratore di focalizzare le energie della corporation su un minor numero di progetti con prospettive di mercato concrete.
Se le future iniziative di Rubin incuriosiscono, quelle più immediate della nuova leadership di Pichai suscitano interesse anche maggiore: la prospettiva indicata come maggiormente probabile è quella di una fusione tra due sistemi operativi (Chrome OS e Android) sin qui gestiti come iniziative separate, con una convergenza che potrebbe dare a Google gli stessi “vantaggi” della concorrenza (Apple iOS+Mac OS X e Microsoft Windows 8/RT/Phone) che derivano dal possedere un proprio ecosistema chiuso e interoperabile.
La realtà, naturalmente, appare più complessa di così e tiene in debita considerazione le due tendenze sin qui divergenti di Chrome (OS) e Android: il primo si focalizza sul Web e una interazione quanto meno complessa è possibile tra l’utente e l’ombelico telematico dei server di Google, il secondo è un sistema operativo a tutto tondo pensato per offrire maggiori funzionalità (non necessariamente Internet-dipendenti) agli utenti di gadget e sistemi mobile.
Quale che sia il futuro dell’accoppiata Chrome OS+Android, c’è qualcuno che continua a sparare sull’OS per smartphone e tablet mettendone in evidenza la (presunta) incapacità di semplificare le cose per l’utente: a breve distanza dalla presentazione del prossimo Samsung Galaxy il responsabile marketing di Apple Phil Schiller ha definito Android come un “sostituto gratuito per i feature phone” dotato di “un’esperienza utente non così buona come sull’iPhone”.
Alfonso Maruccia